Il 70% dei semiconduttori, necessari nelle apparecchiature elettroniche, arrivano da Mariupol. Italia in emergenza
La guerra in Ucraina sta vivendo giorni di grande tensione. Le sanzioni imposte dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, hanno messo in ginocchio l’economia russa, ma hanno portato a danni incalcolabili in tutto il mondo. “Forse non ci rendiamo conto che le sanzioni puniscono Mosca, ma poi soprattutto noi”, ha dichiarato nei giorni scorsi Franco Cardini, docente e storico: “Non ce ne rendiamo conto ma le sanzioni sono anche per l’Europa”, ha detto ai nostri microfoni, svelando una drammatica situazione per la nostra economia.
Tanti i settori colpiti: dall’energia ai carburanti (con la benzina arrivata a toccare cifre impensabili), fino al grano, che inizia a scarseggiare, con terribili conseguenze per la produzione della pasta e per permettere al bestiame di mangiare. Ma esiste un altro settore che rischia di andare in tilt, ed è quello legato alla meccanica. In particolar modo all’elettronica. I microchip che troviamo nelle nostre macchine, nei computer e in tutti gli apparati elettronici provengono dalle zone colpite. “In Russia e Ucraina ci sono i maggiori stabilimenti che riforniscono i produttori di microchip in tutta Europa. Il 70 per cento della produzione del gas Neon, che è necessario per la produzione dei semiconduttori, arriva da Mariupol e Odessa. Non stanno producendo e questo può aggravare la situazione“, ha dichiarato a Radio Uno Antonello Salerno, responsabile di una rivista di settore.
I semiconduttori vengono utilizzati per la produzione di tutti i tipi di chip che equipaggiano i dispositivi elettronici, come computer, smartphone, PC, tablet, console di gaming, smart speaker. Se si blocca la produzione in Ucraina, si rischia di arrivare ad un vero e proprio disastro internazionale. “Il rischio, che molti italiani stanno già vivendo, è che per un pezzo di ricambio o una modifica di una parte del pc, i tempi di attesa siano immensi. Così come si sono allungati i tempi per le consegne delle autovetture”. Molte macchine vengono anche consegnate incomplete. “Non si riesce ad arrivare a dei componenti che arrivano dall’Ucraina e quindi molte autovetture sono senza delle apparecchiature”. Una situazione che al momento sembra non interessare i telefonini. “Al momento la tecnologia italiana sembra in grado di sopperire alle difficoltà per gli smartphone, ma non sappiamo fino a quando”.