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Italia, “grande” vittoria nella finalina con la Turchia: ma chi è che paga?

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Cristiano

Italia, alla fine arriva la vittoria che definire “inutile” è alquanto riduttivo. I tifosi azzurri non possono essere per nulla soddisfatti di tutto questo. Alla fine, però, chi è che ha pagato?

Turchia-Italia, azzurri festeggiano la vittoria (Foto LaPresse)

Alla fine la vittoria è arrivata. Nessuno può essere soddisfatto visto che quella più importante si sarebbe dovuta verificare giovedì sera. Invece contro la Macedonia del Nord è arrivata una sconfitta che difficilmente faremo fatica a dimenticarci. Molto più della Svezia di quasi quattro anni e mezzo fa. Successo “inutile” nella finalina terzo e quarto posto contro la Turchia (che ha perso contro il Portogallo). Match utile solamente per gli almanacchi e per la FIFA, giusto per il ranking.

Mancini schiera una formazione sperimentale. Non è da escludere che quelli visti ieri sera possano essere coloro che dovranno rilanciare l’Italia nei prossimi anni. Anche se i tifosi sono ancora delusi e (giustamente) lo saranno ancora per molto tempo. Alcuni di loro non sono proprio partiti con la Nazionale e, subito la disfatta di Palermo, hanno ben pensato di ritornare nei loro rispettivi club. Parliamo di Ciro Immobile, Jorginho, Luiz Felipe, Marco Verratti, Matteo Politano, Lorenzo Insigne e Gianluca Mancini. Chi per qualche “dolorino” fisico e chi per altro ha deciso di non rappresentare i colori del paese. Una scelta mal digerita dai sostenitori.

Italia, chi è che paga adesso?

Turchia-Italia (Foto LaPresse)

Alla fine la domanda che ci poniamo è la seguente, chi è che paga dopo questa disfatta? Si parlava di immediate dimissioni da parte del commissario tecnico Roberto Mancini, ma dopo un colloquio con il presidente Gabriele Gravina si è deciso di ripartire insieme. Adesso la strada si fa sempre più in salita. Si deve assolutamente ripartire per poter sperare di centrare la qualificazione ai prossimi mondiali che si terranno nel 2026.

La nuova generazione ha sì visto la vittoria del campionato Europeo, ma non è ancora riuscita a vivere l’emozione della partecipazione ad una competizione mondiale che è tutt’altra cosa. Un torneo che manca dal 2014 in Brasile. Troppo, troppo tempo.

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