Tetto al prezzo del gas, il ministro della Transizione Roberto Cingolani ha rilasciato una intervista al quotidiano la ‘Stampa’ in merito alle ultime che arrivano dall’Italia e non solo
Il quotidiano la ‘Stampa‘ ha intervistato il ministro della Transizione, Roberto Cingolani. Si è parlato di inserire un tetto al prezzo del gas oppure per le imprese diventa molto difficile andare avanti e di tante altri argomenti. Queste sono alcune delle sue parole: “Il ministro dell’economia tedesca, Robert Habeck, ha confermato che è stato trovato un accordo bilaterale di solidarietà sul gas per quanto riguarda gli stoccaggi comuni“. Ci ha tenuto a precisare che il tema sul tetto al prezzo del gas è un argomenti importante che riguarda tutta l‘Europa. La posizione dell’Italia in merito? “Sappiamo tutti che il prezzo del gas in questo momento è molto alto, soprattutto se pensiamo che le forniture sono uguali ad un anno fa“.
L’obiettivo dello stesso ministro è quello di intervenire quanto prima. Anche perché potrebbe risultare un problema sia per le aziende che sono costrette a chiudere e di conseguenza le famiglie italiane che non riescono a pagare le bollette. Ed è per questo motivo che: “Abbiamo pensato all’idea del tetto al prezzo del gas e la proposta di disaccoppiare il costo dell’energia elettrica dal metano“. Per il momento, però, da Bruxelles non arrivano buone notizie visto che non si è riuscito a trovare la quadra: “La soluzione deve essere europea. Servono delle regole per tutti che ci permettano di sopravvivere. Confido nella Commissione che ci riuscirà, come sempre“.
Tetto al prezzo del Gas, Cingolani: “Bisogna diversificare produzione“
L’Italia per il momento continuerà con lo schema di ‘Repower Ue‘ nell’attesa che venga introdotto il tetto. Un piano per potersi liberare dalla dipendenza russa? “Bisogna diversificare la produzione, dall’altro dei nuovi fornitori proprio come stiamo facendo. In più dobbiamo procedere con i rigassificatori galleggianti“.
In conclusione per quanto riguarda la riduzione dei consumi: “Abbassarli vorrebbe dire una sola cosa: misura emergenziale. Anche se non credo ci sia bisogno di una imposizione perché si risparmi energia. Una volta aver visto le bollette di adesso penso che tutti stiano pensando di consumare di meno. Il risparmio è una questione culturale, non deve essere imposto“.