Il 54% si è detto non favorevole all’aumento, rispetto al 23% che ha detto di essere favorevole e al 23% di chi si è detto neutrale.
Le spese militari rimangono una questione spinosa a Palazzo Chigi, con il Premier che prova a risolvere la questione tentando una mediazione tra le parti. Stavolta ad essersi messo di traverso è stato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, che da giorni si dice contrario ad un aumento delle spese militari, cosa invece voluta e sostenuta dal premier Draghi, che non ha intenzione di venir meno agli accordi presi con la Nato.
La questione ruota tutta attorno all’aumento del budget di spesa fino al 2% del Pil, aumento da raggiungere entro il 2024. Ma secondo il leader pentastellato la questione non tiene e non è neanche da discutere, tanto che l’ex premier minaccia di far saltare tutto e di non votare neppure il Def, il documento di economia e finanza. Il governo guidato da Mario Draghi, tuttavia, intende rispettare gli impegni presi con la Nato, e ciò comporta anche l’aumento delle spese militari al 2% del Pil. E infatti, se venissero meno gli impegni presi con la Nato, ha ribadito Draghi, “verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza. Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa”, ha dichiarato il premier.
Secondo quanto concordato nel 2014, entro il 2024 è previsto un continuo e progressivo incremento degli investimenti. Ma la posizione di Giuseppe Conte è chiara. “Io non ho sollevato nessuna crisi di governo. Draghi avrà pure il diritto di informare il presidente Mattarella”, ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ospite a “Di Martedì” su La7, commentando la decisione di Mario Draghi di salire al Colle per conferire con il capo dello Stato sull’agitazione nella maggioranza. “Noi non stiamo parlando degli aiuti all’Ucraina. Il M5s sostiene il governo. Sì agli aiuti finanziari, umanitari e addirittura il M5s ha detto sì anche agli aiuti militari. Il decreto Ucraina lo abbiamo votato alla Camera e lo voteremo al Senato, siamo a sostengo di questa linea”, ha quindi ribadito il presidente del M5S.
Secondo un sondaggio Emg per Cartabianca su Raitre riportato da Il fatto, più di un italiano su due è contrario all’aumento delle spese di militari. Infatti, il 54% si è detto non favorevole all’aumento, rispetto al 23% che ha detto di essere favorevole e al 23% di chi si è detto neutrale. Sull’invio di Armi in Ucraina, il 50% degli intervistati è contrario all’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia, col 34% che è favorevole e il 16% che non risponde. Sul fronte economico il 57% si dice favorevole a “rinunciare alle forniture di gas russo privandosi di energia elettrica e riscaldamento per qualche ora al giorno pur di dare un chiaro segnale di condanna sull’aggressore dell’Ucraina”. Il 27%, invece, è contrario a questa ipotesi mentre il 16% non risponde.
Per il 59% degli intervistati, le maggiori paure legate al conflitto riguardano proprio le conseguenze economiche. Il 48% ha indicato di temere di più un incidente in una centrale nucleare mentre per il 40% a provocare paura è il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra. Solo il 18%, invece, indica tra gli elementi negativi legati al conflitto il massiccio arrivo di profughi.