Mancano solo due giorni e la fatidica data del 31 marzo sancirà il termine delle “zone a colori”, ma la libertà è un’altra cosa: il Green Pass (e non solo quello) continua infatti a essere essenziale per molte situazioni di vita quotidiana
Sa tanto di liberazione, il termine del 31 marzo, quello in cui si concluderà finalmente lo stato d’emergenza. Tuttavia questa data non sancirà di certo il ritorno alla normalità e alle nostre libertà, visto che quelle che ritroveremo in gran parte dei casi saranno ancora limitate dall’utilizzo del Green Pass. Già, il certificato verde non molla e continuerà a imperversare ancora per un po’: servirà ad esempio per salire sui mezzi a lunga percorrenza, per sederci ai tavoli di ristoranti e bar, per andare al cinema, al teatro, a ballare o, più in generale, in qualsiasi altro luogo pubblico chiuso.
La libertà, insomma, è un’altra cosa. E quella arriverà (si spera) in modo più graduale: dal 15 aprile si potrà tornare ad accedere alle attività di ristorazione senza dover mostrare alcun certificato e dal 30 del prossimo mese anche cinema, teatri e concerti riprenderanno a lavorare per tutti, senza selezione.
Altro aspetto da tenere in considerazione che resterà valido almeno per un altro mese riguarda le mascherine (poi si deciderà in base alla valutazione dei dati, il ministro Speranza lo ha già lasciato intendere), da indossare obbligatoriamente in tutti i luoghi al chiuso (eccezion fatta chiaramente per le abitazioni private): FFP2 per mezzi di trasporto, concerti al chiuso e manifestazioni sportive, semplicemente chirurgiche a scuola, nei bar e nei ristoranti.