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Politica

Ucraina, dopo i primi segnali positivi le parole di Blinken stoppano la pace

Published by
Francesco Gnagni

Al tavolo turco delle trattative tra Ucraina e Russia sembrano essere arrivati i primi risultati, tanto che entrambe le parti parlano di passi in avanti. Persino i mercati sembrano crederci. 

(Ansa)

L’incontro di Istanbul fa intravedere una pace più vicina tra Ucraina e Russia. Ci si chiede però se si tratti o meno di un altro bluff. Se infatti a Kiev i militari russo sembrano aver smesso, almeno per la giornata di ieri, di attaccare, nelle altre città tra cui Kharkiv la situazione sembra sempre la stessa.

Le dichiarazioni del Segretario di Stato americano Anthony Blinken non sembrano infatti per nulla andare nella direzione di una possibile pacificazione. Dopo i primi spiragli di pace, Blinken dal Marocco, dove si trovava in visita, ha fatto sapere di non ritenere credibile la posizione di Mosca.

Le parole americane sembrano gettare benzina sul fuoco

“Sembra quasi che gli americani si divertano a buttare benzina sul fuoco”, commenta oggi il direttore del quotidiano La Verità Maurizio Belpietro sul suo editoriale. L’uscita di alcuni giorni fa del presidente Usa Biden, che dopo avere citato impropriamente le parole di Giovanni Paolo II “Aprite le porte a Cristo”, per giustificare il desiderio di un “Regime change” a Mosca, sembrava infatti non fare altro che inasprire, pesantemente, le posizioni. 

Persino la Chiesa, con il gesuita Antonio Spadaro o il teologo Pino Lorizio, hanno pesantemente condannato l’uso delle storiche parole del Papa polacco in chiave di strumentalizzazione bellica. Definita, senza mezze misure, inaccettabile. Insomma non può esserci la “guerra santa”, non con il benestare della Chiesa cattolica se non altro. 

Ma per Biden resta la guerra, e la volontà di “sbarazzarsi” del presidente russo, impossibile da dire ad alta voce in una conferenza stampa, tanto che persino i suoi collaboratori hanno dovuto smentirlo. Per la semplice ragione che in questo modo si rischierebbe l’effetto contrario, cioè la legittimazione dell’attacco di Putin come di un tentativo di difesa dall’ingerenza americana in Russia.

La stessa che a molti è sembrata emergere dalle parole di Blinken, che davanti a un piccolo squarcio di luce che faceva presagire la possibilità di un accordo non ha perso tempo per richiuderlo nuovamente. Persino i mercati finanziari sembravano crederci. Dopo le prima dichiarazioni ottimistiche, i listini dei prezzi dei metalli preziosi sono andati in caduta. L’oro è arrivato ai minimi del mese.

Un andamento che solitamente anticipa la fine di ogni crisi. Lo stesso rialzo è infatti stato segnato anche dalle borse, e dai mercati dei futures di Chicago, in cui, spiega Belpietro, si trattano i cereali. Prezzi che con lo scoppio del conflitto sono subito saliti, e ora sembrano fare il percorso opposto. Non si sa gli Stati Uniti, ma l’Europa dalla fine della guerra avrebbe tutto da guadagnarci. Come anche i civili e il popolo ucraino che sta vivendo un mese di vero terrore e strazio.

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Francesco Gnagni