Vaticano, nuovo step nel caso Becciu: aperto altro fascicolo a suo carico

La notizia trapelata dal Vaticano sul caso del cardinale Angelo Becciu, nello specifico riguardante i fondi che il porporato avrebbe sottratto indebitamente alla Chiesa italiana per destinarla ad altri “usi”, da lui considerati “caritatevoli”.

tribunale vaticano
(Ansa)

A quanto si apprende, il tribunale della Santa Sede avrebbe aperto un fascicolo sui fondi della Cei che sono stati dirottati verso la diocesi Ozieri, e che sono al momento esaminati nell’ambito del caso Becciu, scoppiato a seguito del coinvolgimento della “dama bianca” Cecilia Marogna e dell’inchiesta sul lussolo palazzo londinese di Sloan Avenue.

Il processo aperto in Vaticano a carico di Becciu

Nell’ambito dell’udienza del processo in Vaticano, riguardante la gestione dei fondi della Segreteria di Stato, nel corso dell’interrogatorio al funzionario vaticano mons. Mauro Carlino è stato riferito dell’apertura di un nuovo procedimento. L’indiscrezione sarebbe stata riferita sia dal presidente Giuseppe Pignatone che dal promotore di giustizia aggiunto Alessandro Diddi, e in questa si è reso noto del fatto che è stato aperto un procedimento sul finanziamento della Cei alla diocesi sarda di Ozieri.

Il cardinale Angelo Becciu si trova infatti al momento sotto accusa per altri finanziamenti alla stessa diocesi e alla Cooperativa Spes, braccio operativo della locale Caritas, retta dal fratello di Becciu, Antonino. Nelle scorse settimane il cardinale, a cui Papa Francesco ha tolto tutti i diritti connessi al cardinalato, aveva provato a discolparsi parlando di carità verso una “cooperativa che dà lavoro a 60 ragazzi e ragazze: ex drogati, ex carcerati, ragazzi con problemi di salute”.

“L’accusa che mi è stata fatta è che io, inviando soldi alla Caritas di Ozieri, ho voluto favorire i miei familiari. Questa è un’accusa dalla quale mi difenderò in tribunale e che ho sempre respinto e respingo”, aveva affermato Becciu parlando con i giornalisti, spiegando di respingere anche la documentazione dei magistrati.

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Nella citazione a giudizio a suo carico, Becciu ha sostenuto che i magistrati hanno indicato l’invito di 100 mila euro nel 2013, nel 2015 25 mila euro, nel 2018 infine 100 mila euro, ancora oggi bloccati per l’inizio della costruzione di una casa di servizio per i poveri, secondo quanto affermato dall’ex numero tre della Santa Sede.

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Angelo Becciu (Ansa)

Anche sul punto dei soldi che sarebbero stati sottratti alla Cei, il cardinale si è difeso affermando la sua presunta innocenza. “Il fondo Cei, con quello io che c’entro? L’ha dato la Cei perché, a detta dello stesso economo del tempo interrogato adesso dai magistrati, il progetto era buono e da sostenere. Hanno fatto la rendicontazione e tutto è stato speso regolarmente. Io cosa c’entro?“, sono state le sue parole pronunciate nelle scorse settimane.

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Diversa la versione ad esempio diffusa dal quotidiano La Verità, che la scorsa estate sosteneva che “Becciu premeva per avere i soldi che poi finivano nel feudo di Ozieri”, scendendo nei dettagli. “Alla diocesi sarda sarebbero arrivati quasi 3 milioni di euro, che sarebbero stati gestiti direttamente dai famigliari del cardinale. Per la precisione, il conto corrente intestato alla Diocesi di Ozieri Caritas Spes società cooperativa tra il 2012 e il 2020 avrebbe registrato uscite di cassa per 2.801.837 euro complessivi, ma gran parte di quelle somme per i promotori di giustizia vaticani erano «sprovvisti della natura caritatevole”, scriveva il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

Rapporto bancario, ricostruiva La Verità, di cui i principali amministratori erano Antonino Becciu, uno dei due fratelli dell’ex sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, e Giovanna Pani, e i cui flussi verso la cooperativa avevano tre fonti diverse: la Segreteria di Stato, la Conferenza episcopale italiana e la stessa diocesi, la prima con un versamento di 225mila euro, la seconda 600mila.

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