Ucraina, il gruppo di Visegrad si spacca? Orbán non vuole mollare Putin

Sul fronte orientale, le tensioni tra Ungheria e Polonia mostrano una spaccatura sempre più netta tra i Paesi del fronte di Visegrad. Con gli Usa di Biden che stanno a guardare, ma non solo. 

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Il premier ungherese Orbàn (Ansa)

L’Ungheria ha dovuto cancellare il summit dei ministri della Difesa del gruppo di Visegrad, che era in programma a Budapest. Ciò al seguito della presa di posizione di Praga e Varsavia contro Orban, e nello specifico contro il suo appoggio al presidente russo Putin nell’invasione in Ucraina.

Soltanto alcuni giorni fa la ministra ceca Cernochova aveva pesantemente attaccato il premier ungherese, affermando che terrebbe più al prezzo del gas che al sangue degli ucraini. Frasi che hanno anticipato la rinuncia dell’omologo polacco alla trasferta di Budapest.

L’incontro posticipato e le mosse di Biden sullo sfondo

L’incontro è quindi posticipato, a data da destinarsi. Ora non resta che la frattura profonda in quello che era il fronte di Visegrad, venuta a crearsi non per la difesa dei valori o per l’accoglienza o meno dei migranti, ma per la divisione sul rapporto con Mosca.

Da sempre, infatti, se Varsavia guarda a Putin con grande ostilità, Budapest vi vede un alleato stretto. Alcuni analisti sono arrivati addirittura a parlare di sintonia ideologica tra Putin e Orban. Fino a qualche giorno fa, ognuno dei membri del gruppo dei quattro di Visegrad seguiva la sua visione. Oggi queste sono diventate inconciliabili.

Già nel 2017 però Budapest poneva il veto sulla partecipazione di Kiev ai congressi della Nato. Ora ci si chiede quale sarà lo sbocco di questa crisi. Nelle dinamiche interne, conta ora la posizione degli Stati Uniti, con Biden che nei giorni scorsi ha lanciato un vero sostegno al presidente Duda, ponendo però delle condizioni. Il rispetto di quello che gli Usa ritengono essere lo “Stato di diritto”.

Che comprende ad esempio la legge per limitare il potere dei social media, oppure per eliminare la propaganda lgbt nelle scuole polacche. Duda avrebbe fatto un passo in avanti per bloccarle, con l’applauso compiaciuto degli Stati Uniti. Mentre l’Ungheria, che non ha alcuna intenzione di cambiare approccio sui temi sociali e valoriali, viene collocata dagli Usa tra i “regimi ibridi”.

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