L’ex premier Conte ha detto no all’aumento delle spese militari, ma quando era lui a Palazzo Chigi gli acquisti erano stati diversi.
L’aumento delle spese militari continua a far discutere all’interno della maggioranza. Il no del M5s sta bloccando il via libera al provvedimento e il premier Draghi ormai è al lavoro da giorni per cercare di arrivare ad un compromesso e convincere il presidente pentastellato Conte a votare a favore della misura.
In realtà, come scritto da Il Mattino, l’ex premier non è stato sempre contrario all’aumento delle spese militari. Nei suoi due governi, infatti, è stato pianificato di mettere a disposizione dei militari una cifra sempre più alta. Inoltre, sono stati anche fatti acquisti di missili, elicotteri e carri armati.
Insomma, fatti che vanno contro la posizione adottata in questi ultimi giorni da Giuseppe Conte. Vedremo se nei prossimi giorni l’ex premier continuerà la sua battaglia, che sembra essere diventata personale contro Draghi, oppure alla fine cederà al pressing degli altri partiti di maggioranza.
Nel Conte I, come riferito da Il Mattino, l’esecutivo ha fatto delle scelte strategiche come per esempio acquistare droni per 766 milioni di euro oppure stanziare 605 milioni per l’entrata in servizio di nuovissime e iper-tecnologiche cacciamine. Tra le spese anche 386 milioni per l’ammodernamento dei carri armati. Inoltre, la ministra Trenta aveva anche potenziato il sistema missilistico antinave Marte.
La situazione non è sicuramente cambiata con il secondo mandato. Il Governo Conte II ha stanziato sei milioni nel 2020 (arriva a 13 milioni nel 2021) per l’acquisto di nuovi mezzi della Difesa. Per il supporto aereo, inoltre, lo Stato Maggiore ha ottenuto un potenziamento dei velivoli da schierare in caso di emergenza con investimenti che vanno da 8,2 milioni per il 2019 a 25 milioni nel 2021.
Tutti numeri che sembrano andare in contrasto con la rigida posizione presa dal presidente Conte in queste ultime settimane. Vedremo, come detto, se continuerà la sua battaglia oppure tutte le cifre raccontate in precedenza lo porteranno a fare un passo indietro e sposare definitivamente la linea Draghi.