La Disney sposa l’agenda Lgbt. Cosa succederà entro il 2022

L’annuncio del capo della divisione dei contenuti della ‘casa di Topolino’ scatena la reazione degli utenti. Petizioni sul web e disdette

Un'immagine del Disneyland Paris Pride (sito disneylandparis.com)
Un’immagine del Disneyland Paris Pride (sito disneylandparis.com)

La Walt Disney Company, il colosso americano dell’entertainment da 21,8 miliardi di dollari di fatturato, annuncia la svolta Lgbt e sposa l’ideologia woke. A darne l’annuncio è stata Karey Burke, top manager della compagnia e presidente della Disney General Entertainment Content, la divisione del gruppo responsabile dei contenuti, delle case di produzione televisive e delle emittenti negli Usa.

“Ho due figli queer”. La svolta del capo della Disney

La Disney annuncia la svolta lgbt
Il presidente della Disney General Entertainment Content Karey Burke (screenshot video Twitter)

Nel corso di un incontro aziendale su Zoom, poi diffuso su Twitter, la Burke ha prima detto di essere madre di due bambini “queer”, uno transgender e l’altro pansessuale, e ha poi illustrato le nuove scelte editoriali della casa di Topolino. L’obiettivo della Disney è fare in modo che entro il 2022 il 50% dei personaggi, regolari e ricorrenti nei contenuti sceneggiati dalla divisione guidata dalla Burke, sia espressione di minoranze etniche o della comunità Lgbt. I personaggi avranno, dunque, caratteristiche etniche e gusti sessuali espliciti. La “rivoluzione arcobaleno” annunciata dalla Burke si inserisce nella campagna “Reimagine Tomorrow” lanciata dall’azienda e che ha già introdotto diversi cambiamenti all’insegna dell’inclusione e del rispetto della diversità.

Gli annunci nei parchi e i cartoni segnalati come ‘razzisti’

Il parco di Disneyland Paris (Foto Pixabay)
Il parco di Disneyland Paris (Foto Pixabay)

Nei parchi a tema, come ha ricordato nel corso dell’incontro su Zoom un altro dirigente Disney Vivian Ware, “non diciamo più signori e signore, ragazzi e ragazze, ma semplicemente ciao a tutti o ciao amici”. Una svolta che aveva già colpito i grandi classici, come Gli Aristogatti, Lilli e il Vagabondo, Dumbo, Peter Pan e il Libro della giungla, segnalati su Disney+, la piattaforma on demand della compagnia, come portatori di “rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi”.

Il bacio gay nel nuovo cartone e la rabbia degli utenti

Nei giorni scorsi ha fatto discutere anche un’altra scelta narrativa: l’inserimento di un esplicito bacio gay in “Lightyear. La vera storia di Buzz”, il cartone animato spin-off di Toy Story in uscita a giugno 2022 in Italia. Nel film, prodotto dalla Pixar di proprietà della Disney, si parla della relazione gay del personaggio femminile Alicia Hawthorne. Non a tutti è piaciuta il cambio di rotta dell’azienda: diverse le campagne di protesta e le petizioni sul web, come quella promossa da Provita & Famiglia al direttore di Disney in Italia Daniel Frigo, per chiedere alla casa di Topolino di tornare sui propri passi. Intanto sui social sono tanti gli utenti che annunciano la disdetta dell’abbonamento a Disney+.

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