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Cronaca

Il Papa a Malta lancia una stilettata al Patriarca Kirill e confida i suoi piani per Kiev

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Francesco Gnagni

Le parole del Papa per l’Angelus pronunciate al termine della Messa celebrata a Malta, in occasione del suo viaggio apostolico, che fanno seguito a una rivelazione pronunciata da lui stesso riguardante la “martoriata” terra ucraina. 

(Ansa)

Al termine della Messa nel Piazzale dei Granai a Floriana, Francesco ha ricordato nuovamente la “tragedia umanitaria” del martoriato Paese est europeo. Ringraziando i maltesi per la loro ospitalità, e innalzando ancora una volta la richiesta di non stancarsi di pregare e di aiutare chi soffre a causa di una guerra definita ancora una volta, come la scorsa settimana, “sacrilega”.

“Il Signore vi accompagni e la Madonna vi custodisca. La preghiamo ora per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti. Non stanchiamoci di pregare e di aiutare chi soffre. La pace sia con voi!”, ha detto il Papa al termine della celebrazione eucaristica di fronte a circa 20 mila fedeli e rappresentanti delle Chiese cristiane e di altre confessioni religiose.

In ogni tempo c’è il pericolo di fraintendere Gesù, anche innalzando vessilli con la croce“, sono le sue parole, inequivocabilmente rivolta ad Oriente, verso il Patriarca Kirill e la sua indiretta benedizione all’invasione russa in Ucraina. Soltanto ieri, nel volo di arrivo, salutando i giornalisti Papa Francesco ha fatto una rivelazione inattesa riguardante l’Ucraina e la sua presenza in quella terra martoriata.

La rivelazione sull’aereo diretto a Malta

Bergoglio ha infatti confidato, durante il tragitto per Malta, che un viaggio a Kiev “è sul tavolo”, prima di denunciare “le tenebre della guerra” che stanno avvolgendo l’Ucraina. Con il rischio di una “guerra fredda allargata”, senza fare nomi o citare Putin, ma esprimendo concetti molto chiari. Come nel momento in cui ha parlato di un “’infantilismo” che oggi “riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri”.

Il suo invito è quello di ragionare “con la logica della pace e non con la logica della guerra”. Alla fine della Messa di oggi, nel secondo giorno del viaggio apostolico a Malta, è giunto il ringraziamento dell’arcivescovo metropolita di Malta, monsignor Charles Jude Scicluna. “La parola che oggi Lei ci ha donato sia per noi motivo di incoraggiamento nella vita, luce nel cammino, consolazione nelle difficoltà”, ha detto il presule, facendo memoria dell’Apostolo Paolo che sbarcò proprio nell’isola mediterranea maltese, insieme a 275 naufraghi.

L’odierna Visita e la Sua Benedizione, suscitino anche nel nostro cuore quella fiamma di carità e quella ‘rara umanità’ che sono frutto dello Spirito del Signore“, è stato l’auspicio di Scicluna rivolto al Papa, che in mattinata ha fatto visita alla Grotta di San Paolo, riconosciuta come dimora dell’Apostolo delle Genti, da secoli luogo di culto e meta di pellegrinaggio. Già in precedenza erano stati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI a farvi visita.

Bergoglio ha lasciato in dono una lampada votiva e ha pregato affinché i migranti in fuga dai propri Paesi trovino accoglienza in altre nazioni. In serata Bergoglio, dopo avere incontrato alcuni migranti, sarà di ritorno a Roma. “Soprattutto conserverò nel cuore tanti volti, e il volto luminoso di Malta!”, ha commentato il Pontefice.

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Francesco Gnagni