Un numero incredibile di atleti costretti ad alzare bandiera bianca o a subire gravi crolli fisici. Cosa sta accadendo? Quali sono le cause?
Sta diventando, purtroppo, una cosa usuale. Immagini e resoconti con cui convivere: da qualche mese a questa parte ci stiamo abituando a sportivi costretti ad alzare bandiera bianca durante le loro esibizioni. Ritiri, problemi fisici mai riscontrati prima, a volte addirittura veri e propri crolli fisici, con conseguenze molto gravi. Cosa sta succedendo ad atleti super allenati e iper controllati?
Qualcuno ipotizza l’eccessivo sforzo per gli impegni che (post pandemia) si sono moltiplicati: dopo la sospensione dei vari campionati e tornei, gli sportivi sono stati obbligati a recuperare tutte le gare in calendario che erano state sospese, con veri e propri tour de force. Ma sono in molto a temere che dietro possano esserci altre motivazioni. L’Ema, a chi chiedeva relazioni tra i vaccini e casi di perdita capillare (Cls) ha sempre parlato di “nessi difficili da dimostrare”, ma ciò che sta accadendo a decine di sportivi, porta molti a farsi delle domande.
Ai recenti Open di Miami (che hanno visto la partecipazione di atleti che si erano sottoposti al vaccino) si sono registrati una lunga serie di ritiri: Paula Badosa ha alzato bandiera bianca contro Jessica Pegula dopo essersi resa conto di non stare in piedi e dopo essere scoppiato in pianto: per lei era una gara decisiva che avrebbe potuto portarla tra le tre migliori giocatrici al mondo. Lo stesso succede a Jannik Sinner, vesciche improvvise al piede, un fatto anomalo per un atleta professionista, e per altri 13 atleti che, uno dopo l’altro, abbandonano l’Open. Episodi simili nel mondo del ciclismo: l’edizione numero 106 del giro delle Fiandre ha fatto registrare un numero record di mancate partecipazioni, tra cui quella del Campione del Mondo Julian Alaphilippe (costretto a rinunciare anche alla Milano Sanremo) e a Wout Van Aert, che sulla carta sarebbe stato l’uomo da battere ma è stato allettato dal Covid.
Daniel Aakervik, diciassettenne norvegese campione Juniores di sci di fondo e biathlon, ha interrotto improvvisamente la sua preparazione per colpa di una miocardite. A settembre, dopo la vaccinazione il giovane sciatore ha rilevato per quasi due mesi una frequenza cardiaca a riposo molto più alta del solito. “All’inizio non sapevamo cosa fosse successo” dice il padre e allenatore Alf Morten Aakervik. Dopo due mesi dal vaccino, Daniel Aakervik non riesce a sostenere ancora gli allenamenti previsti dal suo staff, la stagione è finita, il futuro incerto. Anche Filip Ingebrigtsen, fratello maggiore del più noto campione olimpico a Tokyo 2020 dei 1.500 metri piani Jakob Ingebrigtsen, è stato colpito da miocardite. “Non è una malattia curabile, è il fisico che non risponde”, dice il padre e allenatore Gjert. Il 18 agosto del 2021 Jente van Genechten, calciatore belga di 25 anni, subisce un arresto cardiaco in campo. “Si sono spente le luci”, avrebbe ricordato dopo. Era finito in arresto cardiaco dopo aver perso conoscenza in campo durante una partita con la sua nuova squadra, il Lanaken. “Mi sono ripreso subito, mi sono come svegliato. Per un po’ ho anche pensato di continuare a giocare, ma tutti me lo sconsigliavano”. Jente ha ancora difficoltà a capire cosa gli sia successo, ma una cosa la sa per certo: la sua carriera agonistica è finita. Una vicenda che a molti ha ricordato ciò che era successo ad Eriksen (fantasista ex Inter) durante l’ultima edizione degli Europei.
Ad altri calciatori è andata peggio: ad esempio a Frederic Lartillot, morto l’11 febbraio 2021 dopo una partita amichevole. A Benjamin Taft, trentatreenne tedesco che il 5 ottobre del 2020 ha subito un infarto in campo che gli è stato fatale e Luis Ojeda, argentino morto improvvisamente il 26 aprile scorso. Ma l’elenco di giocatori costretti a fermarsi per problemi cardiaci (mai riscontrati prima) è lunghissimo: Rune Coghe, Dimitri Lienard (Strasburgo), Emil Palsson e Sergio Aguero, che dopo poche partite giocate con la maglia del Barcellona, è stato costretto a dire stop per un improvviso problema cardiaco.
Il 26 ottobre del 2021 Cienna Knowles, campionessa ippica di 19 anni è ricoverata in ospedale per coaguli di sangue- Francesca Marcon, 38enne pallavolista professionista, annuncia di aver una pericardite da vaccino ad agosto del 2021. “Dal 3 agosto è iniziato il mio calvario, ho fatto la seconda dose del vaccino Pfizer e sono cominciati i problemi”. Jeremy Chardy, già numero 108 del mondo, non riesce più a giocare e parla del suo dramma a Le Figaro: “Mi pento di aver fatto il vaccino. Da quando ho avuto il vaccino, nel periodo tra le Olimpiadi e gli US Open, ho dei problemi e sto lottando. Improvvisamente non posso allenarmi, non posso giocare. Ora sono andato da due medici, ho fatto degli esami per sapere cosa ho e la cosa più importante è prendermi cura di me stesso.”.