Durante il dialogo promosso da ‘L’Osservatore Romano’ con il cardinale José Tolentino de Mendonça, lo Special One ha toccato vari temi della sua vita.
La Roma sta attraversando un ottimo momento in questa stagione. Nelle ultime cinque partite ha ottenuto quattro vittorie e un pareggio, nessuno ha fatto più punti in Serie A. E insieme all’Atalanta, che si trova in Europa League, è una delle due squadre a rappresentare l’Italia in Europa grazie alla qualificazione ai quarti di Conference League.
Giovedì ci sarà la partita di andata contro il Bodo/Glimt, poi la gara interna con la Salernitana. Dopodiché verrà la parte tosta: il ritorno di Conference che precede le trasferte con Napoli e Inter. Nel prossimo mese José Mourinho si gioca gran parte della stagione. Settimane delicate per lo Special One, che è sembrato comunque molto sereno a riguardo.
È un Mourinho diverso rispetto a quello che conosciamo. Più riflessivo, più spirituale. Una figura nuova che emerge durante la chiacchierata con il cardinale José Tolentino de Mendonça, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Un incontro andato in scena lo scorso 29 marzo nella cornice del Vestibolo della Biblioteca Apostolica Vaticana.
“Per molti anni ho voluto vincere per me stesso – ha detto Mourinho sull’Osservatore Romano – mentre adesso sono in un momento in cui continuo a voler vincere, ma non più per me, ma per i giocatori che non hanno mai vinto, voglio aiutarli“. Ha parlato anche del Papa e della Guerra in Ucraina: “Il Papa per me è una fonte di ispirazione e quando dice che la guerra è un fallimento dell’umanità, dei politici. La penso esattamente così, anzi, penso che sia un fallimento umano prima ancora che politico. È la perdita dei principi o il loro mancato sviluppo, è l’evoluzione del pensiero umano verso la direzione errata“.