Lo scoppio del conflitto in Ucraina ha portato morte, distruzione e lo stop a qualsiasi attività. Una delle prime conseguenze è stata anche la sospensione del campionato di calcio. Tutte le squadre hanno interrotto l’attività. Molti calciatori stranieri (in Ucraina è predominante la componente brasiliani), hanno lasciato il Paese per tornare nelle loro nazioni. Alcuni calciatori ucraini sono riusciti ad allontanarsi. Altri hanno addirittura iniziato a combattere.
Lo Shakhtar Donetsk, guidata dal tecnico italiano De Zerbi, si è fermata 44 giorni fa: appena il conflitto è iniziato. Oggi, sta clamorosamente studiando la ripresa dell’attività sportiva. Il club ucraino è infatti pronto a tornare in campo per riprendere gli allenamenti. L’obiettivo è di giocare diverse gare amichevoli di beneficenza, per aiutare la popolazione ucraina. Match che serviranno per raccogliere fondi. “La squadra ha superato oggi la frontiera ed è arrivata in Slovacchia. Da qui prenderà un volo per Istanbul – dichiara Carlo Nicolini, assistente del direttore sportivo Darijo Srna – io e lo staff tecnico partiremo dall’Italia domani. Viaggeremo a nostre spese, perché in questo momento il club non ha possibilità”.
“Ricaveremo fondi per bambini e ospedali”
La squadra si allenerà in Turchia, in strutture messe a disposizione dalla Federcalcio turca e dal Basaksehir. “Dobbiamo capire i giocatori che abbiamo, quanti sono, per organizzarci. Non abbiamo ancora l’elenco completo”. All’appello mancheranno diversi stranieri, tornati nelle loro nazioni, mentre si aggregheranno molti giovani: “Quelli che avevamo in prestito a Mariupol, piuttosto che ad altre squadre, se sono riusciti a raggiungere Leopoli. Cosa significa tornare a lavorare? Innanzitutto, rivedere persone con cui ho passato insieme una vita. Lo staff di De Zerbi c’è da otto mesi, ma io sono là da anni. Al momento non è possibile pensare al calcio in quelli che possono essere i termini del ‘prima’. Tornare alla normalità dello sport sarà il passo successivo, anche se sarà molto, molto dura. Adesso – aggiunge Nicolini – c’è la gioia di riabbracciare i ragazzi e le persone dello staff, provando a vivere dei giorni che non potranno essere spensierati, perché la testa sarà a quello che sta accadendo. Ma lo sport può dare dei messaggi molto forti e positivi. Facendo quello che siamo capaci a fare, proveremo in maniera pacifica a dare un aiuto a chi in questo momento ha bisogno, la popolazione ucraina”. L’obiettivo del club è “cercare di organizzare delle partite amichevoli, con il ricavato destinato ad aiutare in particolar modo bambini e ospedali”.