Caso Cucchi, processo sui depistaggi: la sentenza

Si è concluso il processo sui depistaggi relativi al caso Cucchi. Il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza nei confronti degli otto carabinieri.

Tutti condannati i carabinieri imputati nel processo sui depistaggi relativi al caso Cucchi. A distanza di qualche giorno dalla sentenza della Cassazione sul pestaggio del geometra romano, il Tribunale capitolino si è pronunciato anche sul filone dell’indagine che riguardava i diversi tentativi di depistaggio.

Processo Cucchi
Caso Cucchi, processo depistaggi: la sentenza del Tribunale di Roma © Ansa

Sul banco degli imputati c’erano otto carabinieri. La pena più alta è stata inflitta al generale Alessandro Casarsa, che dovrà scontare una condanna di cinque anni. Quattro anni, invece, per Francesco Cavallo e Luciano Soligo. Un anno e nove mesi a Tiziano Testarmata e Massimiliano Colombo Labriola mentre è di due anni e sei mesi la pena per Luca De Cianni. Un anno e tre mesi, infine, per Francesco Di Sano e il colonnello Lorenzo Sabatino.

Nelle prossime settimane saranno comunicate le motivazioni di questa sentenza e solo in quel momento capiremo se il processo nei confronti dei militari sarà finito qui oppure si andrà in Appello per provare a ribaltare la sentenza.

Le reazioni

Ilaria Cucchi
La reazione di Ilaria Cucchi alla sentenza del Tribunale di Roma © Ansa

Le reazioni a questa sentenza sono state diverse. Soddisfazione da parte della famiglia di Stefano Cucchi, con la sorella Ilaria che si è detta “sotto shock. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno. Anni della nostra vita distrutti, ma finalmente ci siamo. E le persone che sono stati la causa, i responsabili di quanto successo, sono stati tutti condannati“.

Naturalmente la decisione del Tribunale di Roma è stata commentata anche dalla stessa Arma dei Carabinieri con una breve nota riportata da TgCom24: “La sentenza riacuisce il profondo dolore per la perdita di una giovane vita. Ai familiari di Stefano Cucchi rinnoviamo ancora una volta la nostra vicinanza. La decisione, seppur di primo grado, accerta condotte che sono molto lontane dai valori e dai principi dell’Arma. Resta il nostro fermo e assoluto impegno ad agire con rigore e trasparenza specie nei confronti dei propri appartenenti“.

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