Un fenomeno che sta purtroppo prendendo piede in maniera sempre più evidente. E che lascia interrogativi ai quali è difficile trovare risposta
C’erano una volta le care e vecchie pubblicità, diventate un vero e proprio simbolo del nostro Paese. Slogan in grado di regalare una fotografia quasi perfetta dell’Italia e di un mondo che si ritrovava intorno al focolaio domestico. Spot che accompagnavano, passo dopo passo, ogni singolo momento della vita famigliare, esaltando le piccole e grandi conquiste quotidiane. Oggi, tutti quegli spot sembrano essersi dissolti. Dimenticati. Forse sacrificati sull’altare di altri modelli.
Come dimenticare la famiglia del Mulino Bianco? La rappresentazione (forse addirittura troppo stereotipata) della famiglia italiana. Alcuni slogan pubblicitari hanno fatto la storia: come quello in cui la madre e il padre attendevano con ansia il ritorno della figlia da scuola, che portava a casa un gattino infreddolito e impaurito. O lo spot in cui si vedevano mamme abilissime nel cambiare i pannolini ai propri figli e papà meno avvezzi all’opera? Noi siamo cresciuti con questi spot, che accompagnavano quotidianamente le nostre giornate. Oggi la stragrande maggioranza di questi show sono venuti meno. Le campagne pubblicitarie preferiscono proporre altro. Sembra quasi che il caro e vecchio modello di famiglia, sia superato. Dove sono finiti i genitori che seguono con amorevole attenzione la crescita dei propri figli? Che fine hanno fatto gli slogan di pannolini, e giochi per bambini?
Alcune aziende famose sono state addirittura criticate per aver esposto un “modello di famiglia ormai superato”. La Pampers qualche anno fa ha presentato, in risposta alle critiche, uno slogan di pannolini con il nuotatore Tom Daley e lo sceneggiatore Justin Blake nel ruolo di genitori. È da qualche anno a questa parte stiamo assistendo con sempre maggior forza a due fenomeni: la diminuzione degli spot legati a tutto ciò che può esaltare un riferimento famigliare (pannolini, giochi per bambini ecc.) e la sempre più crescente attenzione a proporre modelli differenti dal solito. A chi giova tutto questo? Chi può essere contento nel verificare un cambiamento così evidente, che ha addirittura portato qualcuno ad immaginare che di bambini se ne facciano sempre meno? Stiamo uccidendo i nostri bebè o li stiamo sacrificando in nome di qualche lobby?