Il sindaco dell’Aquila Biondi: a 13 anni dal sisma la città incarna la rinascita

Le ferite del terremoto, la ricostruzione e il rilancio della città, i progetti per il futuro. Notizie.com ha intervistato il sindaco del capoluogo abruzzese colpito dal sisma del 2009

Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi (Foto Ufficio stampa Comune l’Aquila)

Sindaco Biondi, il 6 aprile 2022 abbiamo celebrato i 13 anni dal terremoto. Oggi che città è l’Aquila? L’Aquila è una città straordinaria, è la città che incarna la rinascita, ma non lo dico solo io. Chiunque venga oggi ne rimane affascinato per le bellezze storiche e architettoniche ritrovate, così come per la vitalità che riesce a esprimere. A tredici anni dal terremoto, non parlerei più esclusivamente di ricostruzione, ma di crescita e di rilancio economico che devono essere supportati dal coordinamento di tutte le misure messe a disposizione anche dallo Stato, tra cui il Fondo complementare al PNRR per le aree sisma 2009 e 2016 che conferma un ventaglio di opportunità. Siamo in un momento cruciale: la ricostruzione privata al termine, quella pubblica sicuramente più lenta, ma al contempo un fervore ideativo e progettuale che sta dando frutti concreti. Proprio ieri mattina, mentre percorrevo il corso principale, ho incontrato il fratello di un mio caro amico che dalla Gran Bretagna è tornato a insegnare all’Aquila e, poco più in là, un gruppo di giovani stranieri, con il naso all’insù, si deliziava degli stucchi bianchi dei palazzi signorili appena restituiti. L’Aquila è una città dove non si può non essere mai stati e dove non si può non voler tornare.

L’Aquila città strategica tra Tirreno e Adriatico

Piazza del Duomo all'Aquila illuminata per le celebrazioni legata al sisma del 2009 (Foto Ufficio Stampa Comune L'Aquila)
Piazza del Duomo all’Aquila illuminata per le celebrazioni legata al sisma del 2009 (Foto Ufficio Stampa Comune L’Aquila)

In questi anni come è stato il rapporto con i Governi e i commissari alla ricostruzione? Si aspettava di più? “Il rapporto è stato costantemente contrassegnato dalla reciproca collaborazione sostenuta da proposte concrete, dalla stessa iniziativa del territorio, unico soggetto in grado di esprimere visione e necessità calzanti. Ma un sindaco che rappresenta una comunità di persone e che risponde direttamente alle legittime richieste dei suoi concittadini, può e deve aspettarsi sempre di più, il massimo. E anche in quel caso c’è sempre qualcosa di nuovo da ottenere. Per questo non mi stanco mai di raccontare la mia città, il suo potenziale, di orientare le scelte politiche. Quel che mi soddisfa oggi, pur a colpi immancabili di battaglia che fanno parte dell’ordinaria dialettica istituzionale e politica, è vedere L’Aquila all’attenzione dell’agenda nazionale che ha saputo riconoscerle un ruolo nevralgico per le aree interne, strategico rispetto al Tirreno e all’Adriatico, centrale rispetto all’Italia. Il periodo di pandemia, in questo senso, ha aiutato a espandere gli orizzonti, a sperimentare nuove formule di socialità e organizzative. Ritengo che L’Aquila, anche questa volta, e alla luce della sua capacità di rispondere all’emergenza, sia stata all’altezza della situazione e dunque degna di rappresentare un modello a cui ispirarsi e su cui investire”. 

Il simbolo della rinascita e il ricordo delle vittime

Pierluigi Biondi nel corso della fiaccolata in ricordo delle vittime del terremoto (Foto Ufficio Stampa Comune L'Aquila)
Pierluigi Biondi nel corso della fiaccolata in ricordo delle vittime del terremoto (Foto Ufficio Stampa Comune L’Aquila)

In occasione delle celebrazioni, lei ha indossato il ‘Fiore della Memoria’ per ricordare le vittime del sisma. Perché ha scelto questo simbolo? “Da tempo riflettevamo su quanta forza comunicativa – in termini di sentimento, di memoria, di appartenenza, di identità – ci può essere in una spilla di materiale povero, come nel caso del ‘red poppy’, il papavero rosso che l’intero Regno Unito indossa intorno all’11 novembre di ogni anno, a partire dal 1921, in coincidenza con il Remembrance day, per ricordare chi diede la vita per la Patria e per riflettere sulla barbarie delle guerre. Nell’occasione, milioni di queste spille vengono vendute ad ogni angolo delle città inglesi da volontari e anche da soldati, allo scopo di raccogliere fondi destinati al sostegno economico (e spesso anche psicologico) delle famiglie dei caduti in guerra. Una riflessione che ci ha portato a concretizzare l’idea – rispettosamente condivisa con i parenti delle vittime del 6 aprile – di un Fiore della Memoria e a individuarlo nel croco, il fiore dello zafferano. Un fiore resistente, tenace come la nostra terra, come la nostra gente. Un fiore che porta in sé il germe della vita, con i suoi preziosi pistilli, fonte di lavoro e di benessere. Una spilla che è un cameo di quel grande memoriale che è L’Aquila, teatro di dolore e di rinascita, che contiene in sé la sofferenza di tutte le vittime dei disastri italiani (così come ha sempre voluto la cara e indimenticata Antonietta Centofanti) e oggi, di tutte le vite spezzate in Ucraina da una feroce guerra di aggressione. Mi auguro che – indossato anche negli anni a venire – rimanga il simbolo di una tragedia e di una rinascita, di una comunità dispersa e ritrovata, di una terra oltraggiata e riscattata: un fiore simbolo della rifioritura della vita in ogni parte del mondo toccata dal male, dalla sofferenza, dall’ingiustizia. La mia speranza è che nei prossimi anni si possa organizzare con il Fiore della Memoria una raccolta fondi da destinare al sociale e in beneficenza”.

Il futuro del capoluogo ferito dal terremoto

Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi al lavoro in Comune (Foto Facebook Pierluigi Biondi)
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi al lavoro in Comune (Foto Facebook Pierluigi Biondi)

C’è un progetto per L’Aquila del futuro a cui tiene particolarmente? “Il progetto del futuro si chiama L’Aquila, ed è quello a cui tengo di più. Per fare L’Aquila abbiamo dovuto affrontare piccole e grandi rivoluzioni. Abbiamo dovuto fare i conti con quello che avevamo e valorizzarlo. Per esempio il progetto CASE – gli alloggi costruiti immediatamente dopo il sisma che già nel settembre del 2009 ospitavano oltre 5000 famiglie in 189 piastre e 19 aree differenti – costava ai cittadini aquilani, mediamente 3 milioni di euro l’anno. Oggi, grazie al processo di valorizzazione messo in atto, gli alloggi vuoti ospiteranno la Scuola nazionale dei Vigili del Fuoco, finanziata con 20 milioni di euro, e il centro nazionale del Servizio civile universale, con più di 2000 ragazzi, con 60 milioni di risorse provenienti dal Fondo complementare al Pnrr per le aree colpite del sisma. Allo stesso modo, le abitazioni distrutte e ricostruite e riacquistate dal Comune, grazie a un accordo con Università dell’Aquila e Gran Sasso Science Institute, daranno vita al più grande studentato diffuso del Sud Italia. Nel periodo della pandemia quelle stesse CASE hanno ospitato i malati di Covid in isolamento e oggi i rifugiati ucraini. Tengo al progetto L’Aquila come territorio che ha saputo rinascere, cogliendo l’opportunità della sua bellezza, cavalcando il suo potenziale. Era una città bellissima e distrutta. Oggi è una città bellissima e tornata a nuova vita“.

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