Guerra in Ucraina: il racconto della ragazza simbolo dell’ospedale di Mariupol

Giorgio Bianchi per ‘Visione TV’ ha intervistato la ragazza simbolo dell’ospedale di Mariupol. E le sue dichiarazioni sono destinate a fare il giro del mondo.

Il raid aereo contro l’ospedale di Mariupol è una delle immagini di questa guerra che sono rimaste impresse, ma l’intervista di Giorgio Bianchi alla ragazza simbolo di questo nosocomio sembra raccontare i fatti in modo diverso rispetto a quanto fatto fino ad ora.

Ragazza simbolo Mariupol
Giorgio Bianchi ha intervistato la ragazza simbolo di Mariupol (screenshot video Facebook)

Un’intervista che è servita anche a smentire alcune ricostruzioni che parlavano di un rapimento da parte dei russi. La ragazza, come vediamo nel video, sta bene ed attualmente si trova nella sua Donetsk insieme al marito. Inoltre, lo stesso giornalista ha sottolineato come in questo colloquio la giovane ha voluto evidenziare il dolore della sua regione in questi otto anni per la guerra in Donbass.

Il racconto della ragazza simbolo dell’ospedale di Mariupol

Racconto ragazza Mariupol
Il racconto della ragazza simbolo dell’ospedale di Mariupol (screenshot video Facebook)

In una parte di questa intervista, la ragazza ha ribadito non essere stata rapita: “Nessuno mi ha portata via con la forza. Io sono nata in questa citta, ho vissuto qui la maggior parte della mia vita ed ora sono tornata a casa”.

La stessa giovane ha rivissuto questi ultimi otto anni della guerra in Donbass: “Le immagini che mi sono rimaste impresse sono sicuramente i bambini morti e le persone che sono rimaste senza casa. Sono molti i sopravvissuti costretti a lasciare la loro terra perché la vita precedente non esisteva più. Ma la cosa più brutta sono sicuramente i decessi dei più piccoli anche perché per le madri sono la cosa più importante“.

Giorgio Bianchi, inoltre, ha sottolineato come la ragazza ha ripetuto più volte di non aver sentito nessun rumore di aerei a Mariupol poco prima del bombardamento. Inoltre, il giornalista dell’Associated Press, sempre stando al racconto della giovane, è arrivato sul posto dopo una decina di minuti mentre tutti gli altri ci hanno messo più tempo. Insomma, dichiarazioni che sono destinate a fare il giro del mondo e a riaprire il dibattito sulla guerra in Ucraina.

Gestione cookie