I due candidati sono vicinissimi: in caso di ballottaggio i sondaggi li danno a meno di un punto percentuale di distanza
Oggi come 5 anni fa: Emmanuel Macron contro Marine Le Pen. La corsa all’Eliseo è quanto mai equilibrata, attesa e ricca di incertezze. L’enorme vantaggio che l’attuale Presidente francese portava in carico, è andato via via scemando e la partita (a 24 ore dal silenzio elettorale) sembra essere molto equilibrata. I due candidati sono sostanzialmente alla pari. Gli ultimi sondaggi regalavano a Macron un solo punto percentuale (51% a 49%) in caso di arrivo al ballottaggio.
Un margine troppo esiguo per poter pensare di essere il favorito. Una situazione che non consente però alla rivale di gioire. Come al solito ad essere decisivi saranno i voti degli indecisi. Magari di chi, al primo scrutinio, guarderà oltre i due candidati principi: magari a Jean-Luc Mélenchon, il tribuno della sinistra radicale verso il quale si volgono gli sguardi dei frammenti di una gauche mai così a pezzi: “E’ l’unico a sinistra che può diventare baluardo contro l’estrema destra”, ha detto l’ex ministra Christiane Taubira. Ma i sondaggi lo danno lontanissimo dalla coppia di testa.
Uno degli obiettivi di Macron era quello di superare i vecchi schieramenti, ed è stato centrato senza alcun dubbio: la sinistra – a parte Mélenchon – è svanita nel nulla con i socialisti al 2% dietro ad Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi molto meno apprezzata fuori dal “périphérique”. La destra gollista si è autodistrutta scegliendo una candidata, Valérie Pécresse, che ha perso oltre la metà dei voti dei Républicains in pochi mesi di campagna, ed è ora sotto al 10% (Francois Fillon, in pieno scandalo alle passate elezioni, prese quasi il 20%). Il presidente uscente però potrebbe pagare la sua discesa in campo (al momento infruttuosa) per garantire la pace tra Ucraina e Russia.
Una presa di posizione che nascondeva però obiettivi chiari: Macron voleva riportare sotto il controllo della Francia tutte le regioni africane diventate negli ultimi anni russofone: tentativi che sono svaniti nel nulla. Così come è scemato tutto il suo margine sulla Le Pen, che negli ultimi giorni è salita prepotentemente nei sondaggi. A 48 ore dal voto, lo scarto fra i due contendenti è ai minimi di sempre secondo l’ultimo sondaggio Elabe: 26% a Macron, che un mese fa stava oltre il 30%, e 25% a Le Pen, che allo stesso momento era sotto il 20%. Ipotesi di ballottaggio, che fino a qualche giorno fa faceva già tremare i polsi a molti francesi con appena 5 punti di scarto: il presidente uscente al 51%, la sfidante al 49%, meno di così non si può. Cinque anni fa, la sfida finì con il 66% a Macron e il 34% a Le Pen.
Ci sono poi enormi incognite in queste elezioni difficilmente leggibili, che arrivano dopo 2 anni di pandemia e due mesi di guerra: una quota di probabili astenuti senza precedenti, oltre il 30% dicono gli istituti di sondaggio. Finora, i sostenitori lepenisti hanno mostrato di temere più dei macroniani la scelta dei francesi di “restare a casa”. L’ultimo sondaggio poi aggiorna al 21% gli intervistati che “non hanno espresso intenzioni di voto”. Botta e riposta a distanza tra i due. Macron ha provato a punzecchiare la rivale: “E’ dipendente dalla Russia e dal regime di Putin“, ha detto intervistato negli studi di Rtl, aggiungendo che il programma dell’avversaria è “razzista e brutale” oltre che “pieno di menzogne”. Poco dopo, visitando un mercato di Narbonne, nel sud, una Marine Le Pen sorridente ha parlato di un Macron “molto aggressivo”, il che – secondo lei – denuncia “una certa forma di nervosismo”. “Lo sfido a trovare una sola proposta nel mio programma che discrimina i francesi in base alla loro origine, religione o colore della pelle, perché il razzismo è questo”.