Il report della Cgia di Mestre sulla burocrazia: numeri allarmanti

Nuovo allarme della Cgia di Mestre sulla burocrazia. Lo studio ha confermato un costo importante per le imprese italiane.

Il nuovo report della Cgia di Mestre ha lanciato un nuovo allarme sulla burocrazia. Secondo quanto riferito dal Centro Studi dell’associazione, a frenare la crescita delle nostre imprese è anche la “stretta dell’oppressione burocratica sugli imprenditori” che costa ogni anno 57 miliardi di euro.

Burocrazia
L’allarme della Cgia di Mestre sulla burocrazia italiana: numeri spaventosi © Ansa

Una ripresa dell’economia, quindi, non solo rallentata dalla pandemia e dalla guerra economica, ma anche da “i tempi, i costi e la farraginosità della cattiva burocrazia nel nostro Paese“. La situazione peggiore, almeno secondo questo report riportato da TgCom24, è nel Mezzogiorno “dove la nostra pubblica amministrazione è meno efficiente“.

Una oppressione burocratica che, almeno da quanto scritto in questo report, porta gli investitori stranieri a non trasferirsi in Italia e, quindi, portano ad un rallentamento della crescita economica del nostro Paese rispetto anche ad altri Stati dell’Unione Europea.

L’allarme della Cgia di Mestre su benzina ed energia

Benzina
La Cgia di Mestre conferma: “Il Governo poteva fare di più sulla benzina” © Ansa

Nelle scorse settimane la Cgia di Mestre ha lanciato un nuovo allarme su benzina ed energia. Per quanto riguarda il primo tema, il documento ha confermato che il taglio delle accise non basta per consentire al caro carburante di frenare. Secondo il Centro Studi dell’associazione, il Governo doveva avere più coraggio. Inoltre, come riportato dall’Ansa, è stato ricordato come “l’Erario, grazie anche all’aumento dei prezzi dei carburanti, dal gennaio 2021 fino ai primi mesi del 2021 può contare su un extragettito di oltre 1,5 miliardi di euro“.

Sul capitolo energia, invece, da registrare, le difficoltà degli italiani. Secondo il report della Cgia di Mestre, sono 4 milioni le famiglie in difficoltà e la situazione più critica si registra in Campania e in Sicilia. Una situazione che, come ben sappiamo, potrebbe cambiare e diventare ancora più grave nei prossimi giorni anche perché il conflitto in Ucraina non sembra essere destinato a finire in tempi brevi e, soprattutto, le decisioni prese dal nostro Governo potrebbero portare ad una difficoltà maggiore per gli italiani.

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