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Cronaca

Italiani in Russia: fra disagi e contraddizioni, ecco come è vista la guerra

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Francesco P

In Russia gli italiani raccontano come si vive la crisi e la guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina.

L’inchiesta di Tgcom rivela come gli italiani in Russia stanno vivendo gli attacchi ordinati dal Cremlino nei territori ucraini. Il quotidiano svela le differenze di vedute nell’analisi del conflitto, che per molti sta creando disagi anche in Russia e per altri è invece vissuto con la percezione che da Mosca a San Pietroburgo siano poche le difficoltà nella vita quotidiana.

Gli italiani in Russia parlano dei disagi dopo l’inizio della guerra e le sanzioni (AnsaFoto)

Tgcom ha infatti chiesto il parere di 6 italiani che su una cosa sola sono d’accordo: la loro vita non sembra essere cambiata, non ci sono problemi nelle normali attività e per molti di loro non c’è neanche la percezione di un conflitto che sta sconvolgendo l’Europa. I problemi reali però sono con le banche, e le sanzioni ordinate dall’Ue e dalla Nato stanno in qualche modo cambiando le abitudini.

Italiani in Russia, le testimonianze

Vladimir Putin (Ansa Foto)

TgCom ha quindi raccolto diverse testimoniante e fra queste c’è quella di un imprenditore che ribadisce le difficoltà nella gestione del lavoro con le banche. “La vita sembra normale – ha affermato – ma anche trasferendo denaro con gli istituti non sanzionati può portare delle difficoltà. Ci rendiamo conto dei brand che hanno chiuso, ma i video con le code per il cibo non li abbiamo mai visti in realtà”. Resta però la profonda delusione. “Quando una nazione invade un’altra il torto è palese. Non dimentichiamoci che una persona al potere da 20 anni è già una messaggio chiaro, e in Russia sono negati i diritti delle minoranze, per cui non si possono usare alcune parole. Non me ne faccio una ragione eppure è così, mi chiedo spesso cosa fare, se potessi andrei via”. 

Un altro italiano che vive a Mosca fa chiarezza. “Ho un po’ di vergogna a dire che sono europeo, perché il popolo sta con Putin. Non ho mai sentito dire nessuno che lui è un killer, e non voglio difenderlo ma la percezione è che qui ci trattano bene, e bisogna capire che la colpa non è dei cittadini in generale ma di chi li governa. Mi sento comunque abbandonato dall’Italia – afferma – perché io lavoro qui per far star bene la mia famiglia in Italia e ci hanno tagliato i ponti”. 

Un ristoratore italiano di San Pietroburgo analizza la vicenda dal suo punto di vista. “A livello pratico non è cambiato nulla se non piccoli ritardi nei rapporti economici con le banche italiane. A livello psicologico invece cambia. Hai la percezione di essere visto in maniera diversa”. Dello stesso parere due studentesse molto giovani. “A causa delle sanzioni abbiamo deciso di mettere una cifra da parte per andare avanti. Non è il caso di fermare l’esperienza, ma ci rendiamo conto dei disagi. I ragazzi russi si scusano con noi, non sono felici della situazione, ma si rendono anche conto che dai media europei arrivano anche racconti distorti su quanto accade”. 

 

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