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Cronaca

Palermo, 8 indagati per truffa assicurativa: ecco come agivano

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Carlo Roscito

238 polizze alterate: i contribuenti versavano la quota, poi i dati venivano cambiati per intascare la differenza. In 4 percepivano, direttamente o indirettamente, anche il Reddito di Cittadinanza. 

Otto persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, accesso abusivo alle banche dati, esercizio abusivo dell’attività assicurativa e truffa assicurativa. È successo a Palermo dove i finanzieri del Comando provinciale hanno eseguito un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari.

A Palermo la Guardia di Finanza ha portato alla luce una truffa assicurativa portata avanti da 8 persone: 4 degli indagati percepivano anche il Reddito di Cittadinanza (Ansa Foto)

Tra gli otto indagati, tre sono finiti agli arresti domiciliari, mentre a cinque sono stati notificati obbligo di dimora e sei mesi di interdizione dall’esercizio della professione, naturalmente nel campo assicurativo. Sarebbero colpevoli, secondo l’inchiesta condotta dai militari del nucleo economico finanziario della polizia, di una serie di truffe portate avanti a danno di compagnie assicurative e dei loro clienti. In totale ben 238 polizze che sono state ritenute irregolari. Due i modi di agire da parte dei componenti dell’organizzazione: prima facevano versare i soldi previsti per la polizza, successivamente alteravano i dati per pagare all’assicurazione un premio minore. In tasca, quindi, si mettevano la differenza tra la quota versata dal contribuente e quanto incassato dall’assicurazione stessa.

Palermo, 4 indagati percepivano il Reddito di Cittadinanza

238 le polizze ritenute irregolari: i contribuenti versavano i soldi, poi gli indagati alteravano i dati per un premio minore da parte dell’assicurazione intascando la differenza (Ansa Foto)

Non solo: alcune polizze Rca sarebbero state annullate subito lasciando così l’automobile senza la copertura dell’assicurazione. Le modalità prevedevano anche falsi attestati di residenza. Il motivo? Venivano utilizzati Comuni con un parametro tariffario più vantaggioso. Tra le alterazioni anche quello dei certificati dello stato di famiglia in modo da far usufruire delle agevolazioni previste della “Legge Bersani”. Una truffa messa in piedi spesso attraverso accessi non autorizzati alla banca dati dell’Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici). L’inchiesta ha fatto emergere che quattro degli otto indagati percepivano, direttamente o tramite il nucleo familiare, il Reddito di Cittadinanza. Un beneficio immediatamente sospeso.

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Carlo Roscito