I partigiani, già criticati per la posizione sulla guerra in Ucraina, sono di nuovo al centro delle polemiche per il manifesto sulla Liberazione
Anpi di nuovo nell’occhio del ciclone. L’Associazione nazionale partigiani, già più volte criticata per la sua posizione pacifista e di neutralità nei confronti della guerra in Ucraina, è anche oggi al centro delle polemiche per il manifesto ufficiale per il 25 aprile 2022, Festa della Liberazione, pubblicato sui suoi canali. Il disegno, realizzato dall’illustratrice e fumettista Alice Miani, ritrae una piazza caratteristica di un borgo italiano. Al centro, seduti per terra, una serie di persone (bambini, adulti e alcuni anziani col fazzoletto tricolore al collo) sedute in cerchio intenti a guardare la scritta “L’Italia ripudia la guerra”, tracciata con dei gessetti bianchi. Sulla sinistra, alla finestra, una signora espone la bandiera della Pace, mentre sullo sfondo ci sono degli alberi e probabilmente il palazzo di un Municipio. Accanto si erge un campanile o una torre civica. Insomma, uno scenario tutto italiano, tipico di tantissimi borghi e Comuni disseminati lungo la Penisola. Ad attirare, però, le critiche è un particolare.
Nel manifesto realizzato dall’associazione presieduta da Gianfranco Pagliarulo, ex responsabile Propaganda di Rifondazione Comunista e già senatore del Partito dei comunisti italiani di Armando Cossutta, la fumettista sceglie di disegnare delle bandiere e di esporle a due finestre. Ad un occhio distratto potrebbero sembrare il Tricolore ma non è così. I colori sono invertiti e l’ordine non corrisponde a quello del vessillo italiano codificato dall’articolo 12 della Costituzione. “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”, recita la nostra carta fondamentale. Il vessillo disegnato nel manifesto dell’Anpi ha gli stessi colori ma sono disposti in modo diverso: primo il rosso, poi il bianco e infine il verde. Risultato? Alle finestre non c’è il Tricolore italiano ma la bandiera dell’Ungheria. Un errore da “matita blu”, e per un’associazione che tra le sue finalità statutarie ha quello di “concorrere alla piena attuazione, nelle leggi e nel costume, della Costituzione Italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli”. Incluso l’articolo 12, esattamente quello sulla bandiera nazionale.