Elezioni Francia, Marine Le Pen dice la sua in merito al referendum sulla pena di morte
Oramai in Francia non si sta parlando d’altro. Non potrebbe essere altrimenti visto che c’è in gioco il futuro del Paese: chi sarà il nuovo presidente? Ancora Emmanuel Macron oppure Marine Le Pen? Tutto questo lo sapremo tra esattamente dodici giorni quando si verificherà il ballottaggio tra i due. Per il momento i sondaggi parlano chiaro: il favorito rimane ancora il nativo di Amiens, anche se le sorprese possono davvero nascondersi dietro l’angolo.
Nel frattempo, però, sempre dalla Francia arrivano notizie per quanto riguarda l’argomento della pena di morte. In particolar modo è stata proprio la Le Pen a parlarne. Non ha escluso la possibilità di un referendum di iniziativa cittadina (Ric) su questo tema. Queste sono alcune delle sue parole che sono state rilasciate nella conferenza stampa convocata in Normandia esattamente pochi minuti fa: “Non esiste alcun dibattito che sia vietato.
Il popolo francese non è affatto un nemico, è sovrano di tutto questo. In merito a questo bisogna dargli il potere di decidere“. Nel caso in cui si dovesse verificare appunto questo referendum, però, ha voluto dare anche la sua risposta in merito. Voterebbe senz’altro “contro” ed ha spiegato anche le motivazioni visto che per lei non serva assolutamente a nulla tutto questo visto che non è nelle sue intenzioni e soprattutto nei suoi desideri.
In merito a questa vicenda verrà applicato realmente l’ergastolo. Bisogna tornare indietro di un bel po’ di anni quando il partito di Le Pen era favorevole alla pena di morte. Stiamo parlando del 2017 quando la candidata di estrema destra decise di togliere dal suo programma elettorale questa misura. Anche se non ha mai escluso la possibilità di poter parlare di questo argomento in futuro.
Ne ha parlato proprio poco fa per cercare di difendere la proposta di introdurre il Ric che è stato definito come uno strumento importante per la pacificazione del dibattito politico. Non solo: anche un mezzo importante per aggiornare le lobby. Ci ha tenuto a ribadire che con il referendum non si sarebbero verificati casi di “gilet gialli” e manifestazioni violente contro la riforma delle pensioni.