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Economia

Energia: le tre proposte del Presidente di Confindustria Bonomi

Published by
Francesco Gnagni

Le dichiarazioni del presidente di Confindustria Carlo Bonomi sulle stime del Governo sulla crescita di quest’anno, e le proposte sul tema dell’energia. 

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi (Ansa)

Prosegue la guerra dei numeri. In questi giorni i giornali stanno riportando le previsioni di crescita del governo per quest’anno, intorno al 3,1 per cento, che risultano essere di gran lunga migliori rispetto a quelle prospettate dal Centro studi di Confindustria, intorno all’1,9 per cento. “A parità di condizioni, immaginando che lo choc sull’energia perduri e anzi possa aggravarsi, entrambi vediamo una crescita attorno al 2%, cioè quanto già conseguito con la spinta iniziale derivata dall’anno scorso, senza nuovo sviluppo”, ha commentato il leader Bonomi intervistato dal Corriere della Sera, intervistando quanto circolato nei giorni precedenti e provando a dare un segnale di sintonia con il premier Draghi.

La ripresa che rallenta e come uscire dal tunnel

“La vera questione è rendersi conto che la velocità della ripresa ha rallentato molto, da ben prima della guerra”, ha tuttavia spiegato il numero uno della principale organizzazione delle imprese italiane. Di fatto, le riforme che tanti attendevano in relazione all’arrivo dei fondi del Pnrr si sono bruscamente arenate con lo scoppio della crisi ucraina e di quella energetica che nel nostro Paese ne è conseguenza.

Per Bonomi tuttavia “il problema nasce prima”, precisamente nell’autunno scorso. La critica di Confindustria è allo stop di “strumenti che aiutavano le imprese a investire per modernizzarsi come il Patent box o gli incentivi di Industria 4.0”, e ad interventi fiscali non condivisi, ma a loro giudizio “in gran parte dissipati, invece di concentrare gli otto miliardi nel taglio dei contributi”.

Davanti a problemi come il costo dell’energia o la scarsità delle materie prime, per Bonomi la questione è una scarsa protezione dell’industria in Italia dovuta alle discussioni tra partiti. “In Germania il governo mette a disposizione cento miliardi – dico cento – per favorire la transizione energetica”, commenta Bonomi, che è entrato anche nel merito dell’utilizzo del nucleare da parte di Paesi come la Francia, oppure dell’utilizzo tedesco del carbone.

“Per noi la quota di elettricità prodotta dal gas è molto più alta e questo rischia di diventare un handicap per le imprese, proprio perché il gas è rincarato molto più delle altre fonti di energia”. Le proposte di Confindustria sull’energia sono quindi, in conclusione, tre. “Cambiare passo sui 400 impianti di fonti rinnovabili fermi per mancanza di autorizzazioni, specie a livello decentrato; riservare alle imprese una quota di energia prodotta da rinnovabili che rifletta i costi effettivi di produzione e non ai prezzi molto più alti del gas; aumentare la produzione di gas nazionale oltre quanto già deciso fino ad oggi, per esempio nell’alto Adriatico”.

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Francesco Gnagni