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Politica

Giustizia, Torna il partito delle toghe, mobilitazione per la riforma del Csm

Published by
Daniele Magliocchetti

Si scatena l’ennesima bagarre delle varie correnti della magistratura per quanto sta accadendo in Parlamento sule nuove “verifiche”

Ci risiamo. Si muove di nuovo, e come ha sempre fatto, il movimento “parapolitico delle correnti della magistratura“, che chiamano alla mobilitazione contro la riforma della giustizia in gestazione in Parlamento. Il quotidiano Il Tempo sposta l’attenzione su quanto sta accadendo in Parlamento per la riforma del Csm e pone una lente d’ingrandimento sulla situazione e sui movimenti delle varie correnti legate alla magistratura che, pare, non è che siano così tanto prese in considerazione, in relazione a quanto sta avvenendo. Così, Autonomia e Indipendenza chiede al Csm di proclamare lo sciopero, individuando nella riforma norme “punitive“.

Un momento in cui ci sono alcuni magistrati durante un convegno (foto Ansa)

Questa linea è stata anche approvata in un documento all’assemblea degli iscritti. Poi hanno aggiunto: “La riforma sta andando avanti senza una benché minima interlocuzione con la magistratura. Qualunque nostra proposta per migliorarla ha incontrato un muro totale». Secondo Magistratura Indipendente, “la riforma del Csm su cui la maggioranza di governo ha raggiunto l’intesa delude tutta la magistratura, e specialmente quella più moderata“.

“Siamo l’unica categoria del comparto pubblico che viene sottoposta periodicamente a delle valutazioni di idoneità, che vengono spacciate per “promozioni””

Il ministro della Giustizia Marta Cartabia (foto Ansa)

E spiegano con altrettanta forza, come ribadisce Il Tempo: “Siamo l’unica categoria del comparto pubblico che viene sottoposta periodicamente a delle valutazioni di idoneità, che vengono spacciate per “promozioni” ma sono invece delle verifiche necessarie per non essere licenziati. Ora si vuole far dipendere queste verifiche, e quindi la possibilità per il magistrato di essere licenziato, dalla percentuale delle sentenze che vengono confermate nei successivi gradi di giudizio oppure, per i pubblici ministeri, dalla percentuale delle istanze cautelari o delle richieste di condanna che vengono accolte».

Bocciatura anche da Unicost: “Se davvero dovessero essere approvati provvedimenti distonici con i principi costituzionali, come il fascicolo della performance e la modifica dell’articolo 2 della legge delle guarentigie, sarebbe un grave passo indietro dell’ordinamento democratico, che il paese non può permettersi. Di fronte a simili prospettive, la magistratura non potrà rimanere di certo in silenzio e la mobilitazione, che si auspica unitaria, sarà necessaria». È stato un caso, poi, la questione degli emendamenti ritirati. La deputata del Misto Giusi Bartolozzi aveva chiesto di poter sottoscrivere quelli ritirati dagli altri gruppi della maggioranza. Il Presidente della Commissione, però, ha negato questa facoltà e allora la parlamentare ha avanzato la richiesta di un parere alla Giunta del Regolamento, linea appoggiata anche da Cosimo Ferri di Italia Viva. Il partito di Renzi, peraltro, contrariamente all’accordo raggiunto nella maggioranza, non ha ritirato gli emendamenti non concordati con il governo (la Lega ne ha invece ritirati alcuni). Durante il voto sugli emendamenti per la riforma del Csm, si è inoltre espresso in difformità rispetto al governo e ai relatori di maggioranza

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Daniele Magliocchetti