Eto’o, sognando Weah: ecco l’obiettivo dell’ex Inter

Il calciatore camerunese, eletto lo scorso 11 dicembre alla presidenza della federazione calcistica del suo Paese, vuole entrare in politica.

I tifosi dell’Inter lo ricordano per essere stato uno dei protagonisti del Triplete nel 2010. Ma la storia di Samuel Eto’o è molto lunga. Cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, è con la maglia del Maiorca che si fa notare. Ed è lì che il Barcellona decide di investire su di lui e nel 2004 lo acquista dal club spagnolo. Già alla sua prima stagione in blaugrana si laurea capocannoniere della Liga.

Eto'o e Weah
Gli ex attaccanti di Inter e Milan, Samuel Eto’o e George Weah (Twitter)

Poi nel 2009 il trasferimento all’Inter con Mourinho in panchina. Non sarà la sua unica esperienza in Italia: tornerà ad anni di distanza per giocare nella Sampdoria, senza però lasciare il segno. In carriera ha vinto tutto quello che un calciatore può sperare di vincere: dai campionati (Liga e Serie A), alle Champions League (due col Barça e una con l’Inter), la Coppa d’Africa per due volte e persino l’oro olimpico. Ora però vuole lasciare il segno nella storia politica del suo Paese.

Eto’o sulle orme di Weah: il calciatore diventato presidente di Stato

Eto’o è sempre stato uno dei calciatori che ha combattuta con maggior forza il razzismo e la disparità di trattamento tra calciatori bianchi e di colore. Vuole cambiare le cose, lasciare un segno, fare la differenza. A cominciare dal suo Camerun. Dopo una breve esperienza da imprenditore (aveva fondato una compagnia telefonica), l’ex Inter ha deciso di buttarsi in politica, a cominciare da quella sportiva.

Dopo essersi candidato il settembre scorso alla presidenza della Federazione Calcistica del Camerun (la così detta FECAFOOT), l’11 dicembre successivo Eto’o è stato eletto. Il prossimo passo però potrebbe essere il più importante. E nonostante abbia già smentito questa ipotesi, in molti sono convinti che voglia intraprendere un percorso molto simile a quello di George Weah in Liberia. Il dna da bomber c’è, ora bisogna capire se ha la stoffa per diventare capo di Stato.

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