Guardiola imbriglia Simeone nella ripresa e porta a casa la qualificazione: l’Atletico non sfonda, ora per il City sfida dei record con il Real Madrid.
Regna la paura. Così tanto da rendere noioso uno dei match più attesi dell’anno. Nel primo tempo il City tenta di blindare la qualificazione ma sbatte sul palo. Nella ripresa l’Atletico è più intraprendente, senza però trovare il guizzo giusto se non con un bel diagonale di Griezmann. La tattica attendista di Simeone non paga, quella di Guardiola invece è premiata e vale la semifinale con il Real Madrid.
Pugni al cielo quindi per Pep, che ora è a 270 minuti dal sogno. Si preannuncia una semifinale infuocata contro i Blancos, ma intanto a Manchester, sponda City, festeggiano un record storico, e sperano in una vittoria in Champions attesa da anni, e mai così vicina.
La cronaca: Al Wanda Metropolitano il clima è infuocato e il pubblico di casa crede alla rimonta. Nel primo tempo però il ritmo e il copione rispettano le attese. Il City prova a fare la partita, i Colchoneros si difendono affidandosi a lunghi lanci o verticalizzazioni per aprire la squadra di Guardiola. Il volume si alza ogni volta che i padroni di casa prendono palla, ma le occasioni migliori arrivano in sequenza, entrambe sui piedi di Gundogan. Il centrocampista prima riceve una sponda dopo una azione corale e calcia, trovando solo il palo. Subito dopo piomba sul rimbalzo, ma la conclusione è parata da Oblak. La risposta, per la verità timida, è in una conclusione di Kondogbia che non infastidisce Ederson.
Nella ripresa il copione cambia. Dopo due minuti Griezmann con un tiro prova a infastidire il City, che al 57′ per poco non capitola su un capolavoro del francese. Conclusione al volo da più di 20 metri e palla di poco fuori con Ederson piantato sulla linea di porta. Sale quindi la pressione degli spagnoli. Joao Felix prova a dare profondità e Renan Lodi scava la fascia per cercare la superiorità. Dall’altra parte Foden si vede poco, mentre Bernardo Silva e Mahrez trovano poco spazio e De Bruyne arretra molto per cercare palloni giocabili.
Il giro palla del City è lento, e rispetto al primo tempo la squadra di Guardiola sembra aver perso sicurezze. Simeone lo capisce e medita sui cambi, ma la prima sostituzione è per i Citizens. Dentro Sterling e fuori un deludente e acciaccato de Bruyne. Simeone risponde con De Paul, Carrasco e Correa per Griezmann, Koke e Renan Lodi, tendando il tutto per tutto negli ultimi 20 minuti. Serve a poco, perché le occasioni non arrivano, e nel finale ci prova solo Savic con una deviazione su calcio d’angolo. Resta il tempo per il rosso e Felipe, una lunga serie di gialli, e due occasioni per Carrasco e Gundogan ma Guardiola può festeggiare dopo 102 minuti.
Termina così, e per il City i dati interessanti sono due. Il primo è nel record di vittorie sulle 100 partite giocate nella storia in Champions. Fra le squadre inglesi i Citizens hanno la media più alta (57 vittorie), e fra le big d’Europa sono secondi solo al Real Madrid. Il secondo è nella capacità di saper soffrire, che per una squadra votata all’attacco e infarcita di talento, è la notizia più importante oltre che la vera differenza rispetto alle passate stagioni. Ora Guardiola può sognare, l’obiettivo Champions è più vicino e passa da uno scontro infuocato contro il maestro Ancelotti.