Nel corso di una lunga intervista rilasciata a ‘La Stampa’ la presidente Rai Marinella Soldi racconta l’effetto che ha la politica in tv e la volontà di coinvolgere di più i giovani
Il momento storico non è certamente dei migliori, prima la pandemia e a seguire la guerra tra Russia ed Ucraina: oltre alle vittime coinvolte in prima persona, gli effetti di tutte queste vicende si ripercuotono anche sul quotidiano. In un’intervista rilasciata a ‘La Stampa‘, la presidente Rai Marinella Soldi, analizza il momento e le conseguenze che questi avvenimenti hanno anche in tv.
“Rispetto ai privati, la Rai deve sentire una responsabilità in più. Se non lavoriamo su questo oggi e se non intercettiamo il pubblico giovane che ci ha premiati davanti a Sanremo, tra qualche anno ci saranno persone che non pagheranno il canone perché non sanno cos’è la Rai” spiega. Aggiunge poi la competizione dei giorni d’oggi: “Ci sono YouTube, Netflix, Amazon, i social network. Serve avere una visione più strategica”.
Anche sulla guerra punta ad intervenire in un nuovo modo: “Non possiamo semplicemente replicare quello che già c’è sul mercato. Serve il coraggio di superare l’immobilismo: dobbiamo reagire in maniera contemporanea al bisogno di informazione degli italiani“.
Su questi temi sembra sempre la politica a farla da padrona e spiega cosa indebolisce la Rai: “Da noi è il Parlamento, che è l’editore, a scegliere il Cda, per definizione quindi specchio della politica. Ma una cosa è avere un quadro di riferimento, un’altra è vedere la politica coinvolta nella contingenza specifica: l’intromissione nelle specificità rende l’azienda molto più fragile“.
Spazio poi alle novità che entreranno nel nuovo contratto di servizio: “Transizione digitale, sostenibilità, inclusione e credibilità d’informazione”. Lei ha sposato il progetto ‘No women no panel’ per favorire la presenza femminile nei dibattiti: “La cosa importante è che cominciando a contare le presenze, in automatico le cose migliorano. Si prende consapevolezza del problema e si cerca di risolverlo“.
Altro aspetto importante sono i giovani e a tale proposito l’Eurovision punta a replicare il successo di Sanremo sui più piccoli: “Vengo da Mtv e conosco il potere della musica. A volte ci si chiede, visto ciò che sta accadendo, se abbia senso investire su uno show giocoso: io credo di sì, perché un public service deve essere in grado di mostrare tutti i lati della realtà“.