Sta per arrivare l’estate e prende quindi il via l’organizzazione per i lavoratori stagionali: in aiuto dei gestori degli stabilimenti balneari arrivano i profughi ucraini
Si sono allungate le giornate, il clima è mite tendente al caldo ed i primi pensieri vanno subito all’estate. Dopo due anni di restrizioni, finalmente si può pianificare la vacanza estiva: sempre con prudenza, ma con meno timori e non dovendo più fare troppe rinunce. Quest’anno infatti non serviranno più le mascherine, né le distanze da tenere obbligatoriamente e neanche i numeri chiusi. Si torna verso la normalità quindi, anche se come ogni estate riemergono le problematiche legate ai lavoratori stagionali.
L’allarme è stato nuovamente lanciato sia dal sindacato dei balneari che dall’associazione che raggruppa gli imprenditori turistici delle spiagge: non ci sono i lavoratori. La loro assenza, secondo i sindacati, sarebbe riconducibile al reddito di cittadinanza. Pertanto urge trovare una soluzione ed i profughi ucraini sono ben lieti di poter dare una mano. Dopo essere scappati agli atroci conflitti, hanno ora lo scopo di potersi rendere utili lontani dallo loro quotidianità chiaramente sconvolta dai conflitti.
Assenza di lavoratori, i profughi ucraini risolvono il problema
Il disagio della mancanza di personale sembra quindi essere risolto. La soluzione all’assenza di lavoratori si evince da quanto stipulato dal Governo: come evidenzia infatti Il Messaggero, con lo status di rifugiati i cittadini ucraini potranno svolgere qualunque tipo di lavoro, sia dipendente che stagionale. Sarà necessario solo avere il permesso di soggiorno, che viene rilasciato in Questura ed in questo caso è legato alla protezione temporanea dell’Unione Europea. Quindi ci sono tutti gli estremi utili per sopperire al disagio che avvertono i proprietari degli stabilimenti balneari.
Tale protezione permette un anno di lavoro, rinnovabile poi per altri due periodi di 6 mesi. Sul tema, sempre al quotidiano, il vicepresidente Sib Enrico Schiappapietra sottolinea: “Abbiamo aperto in tutta Italia le porte degli stabilimenti a chi fugge dalla guerra. Oltre all’ospitalità, offriamo il lavoro per sostituire quei lavoratori stagionali che preferiscono tenersi il reddito di cittadinanza e non lavorare“. Un’opportunità quindi sia solidale che utile.