L’emergenza spinge Europa e Usa ad affidarsi ad altri mercati ma la spesa per il gas è altissima e genera un cambio di strategia.
Una inchiesta del Sole24ore fa luce su quanto sta accadendo in Europa. La crisi di gas ha trasformato il vecchio continente in un mercato al quale tutti si affacciano nel tentativo di proporsi con profitti incredibili nella vendita del Gnl.
Secondo quanto riportato dal noto quotidiano, negli ultimi mesi anche la Cina non si è lasciata sfuggire l’occasione, piazzando carichi con profitti che sono ritenuti “stratosferici”. Si parla infatti di numeri superiori ai 100 milioni di dollari per ogni singola metaniera, in una situazione in cui tante nazioni fiutano l’affare e provano ad approfittare dell’emergenza.
Ciò che viene fuori dalla precisa analisi del Sole24ore è inoltre il prezzo rispetto ai mesi passati, con un dato che fa riflettere. A dicembre, comprare Gnl Usa da un intermediario costava 5 volte di più rispetto ai rifornimenti offerti da Gazprom. Prezzi alle stelle quindi, rotte che cambiano e un affare fiutato dalla Cina che ora non importa più il gas ma lo rivende.
Il Sole24ore svela quindi la giravolta della Cina, raccontata nei numeri e nella capacità di fiondarsi nei mercati europei fiutando l’affare scatenato dalla crisi del gas. In sostanza negli ultimi anni la Cina ha scavalcato Corea del Sud e Giappone nelle importazioni per far fronte al fabbisogno domestico. Numeri pesanti quelli di una nazione che non ha mai esportato, e soprattutto non ha mai venduto gas in Europa.
L’affare però è così grande da spingere il governo ad un cambio di rotta. Le importazioni di Gnl infatti sembrano calate del 14%, e i prezzi sono alle stelle. Da questa considerazione parte quindi un cambio di strategia, che prevede investimenti sul carbone e metaniere dirottate in Europa, dove il gas è pagato a prezzo d’oro.
Ecco perché la richiesta crescente e la crisi cambiano le strategie di investimento e spingono diverse nazioni a guardare all’Europa e agli States, che per far fronte alla crisi, rischiano di diventare economicamente ostaggio delle nazioni pronte a soddisfare il fabbisogno di gas.