Pasqua: Papa Francesco benedice con il “Manifesto Russell-Einstein”

Il vibrante appello di Francesco nel giorno di Pasqua, che ha citato tanti conflitti che ogni giorno insanguinano le terre di tanti popoli, citando un particolare manifesto pacifista. 

papa urbi orbi
Uno screen della diretta Vatican News

“Lasciamo entrare la pace di Cristo nelle nostre vite, nelle nostre case, nei nostri Paesi!”, è l’appello vibrante del Pontefice nel giorno di Pasqua, con l’augurio in particolare, innanzitutto, che “sia pace per la martoriata Ucraina, così duramente provata dalla violenza e dalla distruzione della guerra crudele e insensata in cui è stata trascinata”. “Su questa terribile notte di sofferenza e di morte sorga presto una nuova alba di speranza!”, ha esclamato il Papa affacciatosi su Piazza San Pietro, per impartire la Benedizione “Urbi et Orbi”.

Che cos’è il manifesto citato dal Pontefice

“Si scelga la pace. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre. Per favore, non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade! Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente. Ascolti quella inquietante domanda posta dagli scienziati quasi settant’anni fa: Metteremo fine al genere umano, o l’umanità saprà rinunciare alla guerra?”, ha detto il Papa, citando il Manifesto “Russell-Einstein”, la dichiarazione presentata nel luglio 1955 a Londra per chiedere il disarmo nucleare, e che aveva avuto come promotori Bertrand Russell ed Albert Einstein.

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“Porto nel cuore tutte le numerose vittime ucraine, i milioni di rifugiati e di sfollati interni, le famiglie divise, gli anziani rimasti soli, le vite spezzate e le città rase al suolo. Ho negli occhi lo sguardo dei bambini rimasti orfani e che fuggono dalla guerra. Guardandoli non possiamo non avvertire il loro grido di dolore, insieme a quello dei tanti altri bambini che soffrono in tutto il mondo: quelli che muoiono di fame o per assenze di cure, quelli che sono vittime di abusi e violenze e quelli a cui è stato negato il diritto di nascere“, ha spiegato il Papa.

“Nel dolore della guerra non mancano anche segni incoraggianti, come le porte aperte di tante famiglie e comunità che in tutta Europa accolgono migranti e rifugiati. Questi numerosi atti di carità diventino una benedizione per le nostre società, talvolta degradate da tanto egoismo e individualismo, e contribuiscano a renderle accoglienti per tutti. Il conflitto in Europa ci renda più solleciti anche davanti ad altre situazioni di tensione, sofferenza e dolore, che interessano troppe regioni del mondo e non possiamo né vogliamo dimenticare”.

Le tante guerre nel mondo citate dal Papa e il suo invito per Pasqua

Francesco, oltre alla “martoriata ucraina”, ha voluto infatti citare nel giorno di Pasqua molte delle altre aree che stanno vivendo terribili conflitti anche in questi giorni. Dal Medio Oriente alla Città Santa, dalle sofferenze Libano, della Siria e dell’Iraq a quelle di “tutte le comunità cristiane che vivono in Medio Oriente”. Oppure ai drammi e alle difficoltà di Libia, Yemen, Myanmar, l’Afghanistan, delle zona del Sahel, dell’Etiopia, della Repubblica Democratica del Congo, delle popolazioni dell’America Latina o dei popoli autoctoni.

“Ogni guerra porta con sé strascichi che coinvolgono tutta l’umanità”, ha commentato Francesco: “dai lutti al dramma dei profughi, alla crisi economica e alimentare di cui si vedono già le avvisaglie. Davanti ai segni perduranti della guerra, come alle tante e dolorose sconfitte della vita, Cristo, vincitore del peccato, della paura e della morte, esorta a non arrendersi al male e alla violenza”.

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Uno screen della diretta Vatican News

A Pasqua c’è quindi bisogno di focalizzarsi ancora una volta sul dolore, la sofferenza e la Passione di Gesù, colui che è risorto donando al mondo la Pasqua che ancora oggi viene festeggiata. “Le piaghe nel Corpo di Gesù risorto sono il segno della lotta che Lui ha combattuto e vinto per noi, con le armi dell’amore, perché noi possiamo avere pace, essere in pace, vivere in pace. Guardando quelle piaghe gloriose, i nostri occhi increduli si aprono, i nostri cuori induriti si schiudono e lasciano entrare l’annuncio pasquale: Pace a voi!“, ha detto il Papa nell’esordio della sua benedizione.

“Anche i nostri sguardi sono increduli, in questa Pasqua di guerra. Troppo sangue abbiamo visto, troppa violenza. Anche i nostri cuori si sono riempiti di paura e di angoscia, mentre tanti nostri fratelli e sorelle si sono dovuti chiudere dentro per difendersi dalle bombe. Facciamo fatica a credere che Gesù sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte. Che sia forse un’illusione? Un frutto della nostra immaginazione? No, non è un’illusione!”, ha esclamato ancora Francesco, concludendo con “l’annuncio pasquale tanto caro all’Oriente cristiano”, che “oggi più che mai risuona”: “Cristo è risorto! È veramente risorto!”.

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“Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, al termine di una Quaresima che sembra non voler finire”, ha infine affermato Bergoglio. “Abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse… e invece stiamo dimostrando che in noi c’è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo. Abbiamo bisogno del Crocifisso Risorto per credere nella vittoria dell’amore, per sperare nella riconciliazione. Oggi più che mai abbiamo bisogno di Lui, che venga in mezzo a noi e ci dica ancora: Pace a voi!”.

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