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Curiosità

La Resurrezione di Gesù venne rivelata a una mistica?

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Francesco Gnagni

La Pasqua del Signore trova testimonianza all’interno dei Vangeli ma anche in alcuni particolari fenomeni mistici che hanno interessato importanti santi della cristianità, da cui ne sono scaturite alcune tra le più belle e spesso sconosciute pagine della letteratura cristiana. Come quelle rivelate dalla Beata Anna Caterina Emmerick.

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Nella storia della cristianità numerosi mistici hanno ricevuto vere e proprie rivelazioni private, in varie forme, dalle apparizioni alle locuzioni interiori, grazie alle quali le vicende riportate dai Vangeli hanno avuto la possibilità di essere in un certo senso “integrate” da informazioni ulteriori, che non vanno mai in contraddizione con quanto scritto nelle Sacre Scritture ma forniscono elementi ulteriori di grande importanza per la riflessione e la fede cristiana. Alcuni di questi mistici sono poi diventati santi della Chiesa cattolica, sancendo così una forma di “ufficialità” per quello che poi a loro volta riportarono alle persone a loro vicine.

Tra queste, c’è la mistica e Beata Anna Caterina Emmerick, vissuta a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. La Emmerick fu una monaca cristiana tedesca, oltre che mistica, nota per avere ricevuto particolari manifestazioni e doni spirituali, come ad esempio le stigmate, esattamente come accadde in maniera più nota a San Francesco o a Padre Pio.

La Beata Emmerick ricevette apparizioni di Gesù in cui le vennero rivelati anche dei dettagli molto specifici riguardanti il giorno della Risurrezione di Cristo, ma non solo. In uno dei suoi più famosi testi, la “Dolorosa Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”, la mistica ripercorre con grande precisione la Passione di Cristo, tanto che persino il regista Mel Gibson, nel girare il suo famoso film “The Passion”, non fece riferimento solamente ai quattro Vangeli ma anche a questo particolare libro in cui vengono riportate le rivelazioni mistiche avute dalla Emmerick.

Le Resurrezione come rivelata alla Beata Emmerick

“Vidi il santo sepolcro di Cristo immerso nel più assoluto silenzio; era sorvegliato da tre guardie, altre quattro si erano recate a Gerusalemme. Le torce collocate davanti alla grotta diffondevano un vivo bagliore nello spazio circostante. Mi avvicinai al santissimo corpo di Cristo per adorarlo: era circonfuso di splendore e riposava tra due angeli in perenne adorazione. Essi sedevano ai piedi e al capo del Salvatore, indossavano vesti sacerdotali e avevano le braccia incrociate sul petto; mi ricordarono i cherubini dell’arca dell’alleanza”, disse la Emmerick secondo quanto poi successivamente riportato nelle sue visioni.

“Il Signore e gli angeli adoratori furono certamente visibili anche agli occhi interiori di Cassio, assorto di fronte al sepolcro. Mentre contemplavo il sacratissimo corpo di Gesù, vidi la sua santa anima entrare nella tomba. Era seguita da una schiera di spiriti redenti. Il Signore mostrò loro il martirio del suo corpo”, spiegò ancora la mistica.

Tutte le bende che lo avvolgevano caddero da parte, così che le sue piaghe, le infermità e tutti i suoi dolori furono riconosciuti anche esteriormente. A quella vista le anime dei padri furono prese da un’indicibile riverenza, sembravano tremare e piangere di compassione. In quel momento la roccia del sepolcro tremò. Le tre guardie che vegliavano caddero al suolo e persero conoscenza. Cassio percepì subito l’evento straordinario…”.

In tutto ciò, la mistica si focalizza su quanto compirono le donne, compresa la Vergine. Nel mentre, “Gesù non faceva alcun movimento, pur librandosi nel la luce. Annunciò alla santa Madre che stava per risuscitare col corpo trasfigurato. Aggiunse che ella avrebbe dovuto attenderlo al Calvario, dove egli era caduto sotto il peso della croce”.

Pagine di letteratura cristiana scaturite da una fonte mistica, che trasudano passione e intensità emotiva, un trasporto ricolmo d’amore che segnò tutta la vita religiosa, spirituale e terrena della futura Beata. Facendone fuoriuscire rivelazioni spirituali su cui molti teologi, santi e cristiani meditarono e si interrogarono a lungo, segnando così in maniera indelebile la fede e la riflessione cristiana dei secoli venturi.

I momenti della Via Crucis che precedettero la Pasqua

“Il santo corteo del Signore percorse la Via Crucis. Durante il cammino Gesù mostrò alle anime redente i martìri a cui era stato sottoposto. Gli angeli raccolsero tutti i frammenti del corpo che gli erano stati strappati durante la passione. A quelle anime fu anche mostrata la chiodatura e l’elevazione della croce, l’apertura del costato, la deposizione e la composizione della sua salma. Allo stesso tempo, tutte queste cose venivano contemplate dalla santa Vergine”, si legge ancora.

Nella notte della risurrezione la santa anima di Gesù mi apparve splendente di gloria tra due angeli guerrieri; questi non erano gli angeli in abiti sacerdotali visti in adorazione del suo corpo. Circondata da numerose figure luminose, la santa anima scese nella tomba e penetrò nel suo corpo sacratissimo, le cui membra subito si mossero”.

E ancora: “Il corpo splendente del Signore uscì fuori dal sudario da un lato rimasto socchiuso, come se uscisse fuori dalla ferita del costato. Mi ricordai di Eva, che venne fuori dal fianco di Adamo. La grotta era inondata da una radiosa luce celeste. Nel lo stesso momento vidi uscire dalle profondità del sottosuolo, da sotto la tomba, una forma mostruosa con la coda di serpente. Il mostro furioso volgeva contro il Signore la testa di drago, oltre la quale, se mi ricordo bene, aveva anche una testa d’uomo”.

Una raffigurazione della Beata Emmerick – photo web source

La Emmerick disse che “il Risorto aveva in mano un bastone bianco, alla cui estremità sventolava un piccolo stendardo”. A quel punto, “Gesù calpestò la testa del drago e percosse col bastone tre volte la sua coda; ad ogni colpo la bestia rimpiccioliva, finché ricadde nell’abisso; solo la testa d’uomo aveva continuato a guardare in alto”. E che “nella visione del drago con la testa schiacciata si era manifestata la vittoria di Cristo sulla morte. Infatti da quel momento non vidi più la sua salma”.

“Dopo aver vinto il serpente, Gesù, splendente di luce, si elevò attraverso la roccia, la terra tremò, un angelo luminoso scese dal cielo come una saetta, rovesciò la pietra del sepolcro e vi si sedette sopra”. Proprio “in quel momento il Salvatore, ammantato di gloria, apparve a sua Madre sul Calvario. La sua veste fluttuava nel vento e risplendeva ai raggi del sole”.

Così “egli mostrò alla Vergine le sue grandi piaghe, nelle qua li sarebbe entrato un dito. Esse splendevano di luce abbagliante, i cui raggi andavano dal centro delle mani fino alle punta delle dita. Le labbra di tali ferite serbavano le linee di tre triangoli equilateri che s’incontravano nel punto medio di un circolo”.

Mentre “le anime dei patriarchi s’inchinarono dinanzi alla Madre di Dio. E poiché ella si prostrava a terra per baciargli i piedi, il Signore la prese per mano, la rialzò e scomparve. Vidi l’orizzonte schiarirsi sopra Gerusalemme e la fievole luce delle lanterne accanto al sepolcro. Era l’alba della risurrezione!”

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Francesco Gnagni