Russia, dopo le continue sanzioni che stanno arrivano al paese di Vladimir Putin arriva la contromossa direttamente da Mosca: questa volta nei confronti del premier britannico Boris Johnson
Cinquantatreesimo giorno di guerra in Ucraina. Si continua a sparare e a bombardare in alcune principali città del paese. La situazione non è cambiata di un niente, neanche in questo giorno importante come quello di Pasqua. Anzi, le sirene suonano in più città segno del fatto che le forze russe stanno pensando e attaccheranno alcune regioni. Il numero delle vittime, tra i militari e soprattutto dei civili sale vertiginosamente. Anche quello dei bambini, purtroppo, ha superato la soglia del 200.
L’Unione Europea, gli Stati Uniti D’America ed il Regno Unito stanno cercando in tutti i modi di rallentare questo attacco da parte della Russia, infliggendo alla stessa delle pesanti sanzioni che potrebbero compromettere seriamente il futuro economico da parte del paese di Vladimir Putin. Quest’ultimo, però, non sembra intenzionato a fermarsi e continuerà con la sua “operazione militare” (visto che loro non hanno mai pronunciato la parola “guerra”). Nelle ultime ore arriva una notizia che riguarda da vicino il personaggio che vedete qui in foto, ovvero il premier in inglese Boris Johnson.
La notizia in realtà era ufficiale già da un bel po’ di ore, ma come ha riportato anche il quotidiano ‘Corriere della Sera‘ Mosca ha preso una decisione nei confronti di Boris Johnson: al premier sarà vietato l’ingresso nel loro Paese a partire da ieri. A comunicare questa notizia ci ha pensato direttamente il ministero degli Esteri. Non solamente a lui: anche altri alti funzionari britannici non saranno bene accetti in Russia.
Il tutto è stato deciso dopo le imposizioni, da parte di Londra, alla Russia dopo l’invasione nei confronti dell’Ucraina. Questo il messaggio completo che si può leggere dalla loro nota ufficiale: “Un altro passo è stato compiuto in risposta alla sfrenata campagna informativa e politica di Londra volta a isolare la Russia a livello internazionale. Bisogna creare condizioni per limitare il nostro Paese e strangolare l’economia interna“.