L’Italia è finita nel mirino dell’Ecdc per il tracciamento dei casi Covid. Ecco l’accusa del Centro al nostro Paese.
L’Italia nel mirino dell’Ecdc per il tracciamento dei casi Covid. Come riferito dall’Agi, nel report dello scorso 15 marzo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dell’Unione Europea ha ‘bacchettato’ il nostro Paese per un sistema di tracciamento non adeguato.
In particolare, nel report si precisa che “la raccolta dei dati varia tra regioni e regioni o, addirittura, tra le stesse unità sanitarie locali. Molte ASL raccolgono i dati in fogli di calcolo e in alcune altre aree i sistemi non sono digitalizzati. Altre regioni hanno sviluppato, invece, piattaforme digitali specifiche per avere i dati sulla ricerca dei contatti“.
Sempre in questo documento si sottolinea come il “ministero della Salute e l’Iss hanno offerto la piattaforma Go. Data per gestire la ricerca dei contatti, ma non tutte le regioni hanno fatto un uso in modo corretto. Il sistema è stato utilizzato in modo incoerente“. Una dura critica al nostro Paese che sul tracciamento, come ammesso anche da diversi esperti, è rimasto sempre indietro.
Il tracciamento diciamo che non è mai stato il pezzo forte dell’Italia durante l’emergenza Covid. Le critiche arrivate dall’Ecdc confermano le difficoltà del nostro Paese a tenere sotto controllo le catene di contagio anche per il fatto che le stesse aziende sanitarie si sono mosse in modo sparso.
La piattaforma deciso dal Ministero della Salute e dall’Iss non è stata utilizzata in modo corretto dalle Regioni e questo non ha consentito al nostro Paese di poter tracciare in modo corretto i casi che si sono registrati soprattutto nel momento più duro della pandemia. Al momento il tracciamento sembra essere molto complicato anche perché le regole sono state allentante per facilitare il ritorno alla normalità. E per questo non è per nulla semplice riuscire a risalire alla catena dei contagi.