Gli italiani che non credono alla guerra

Un’interessante indagine di Repubblica svela che molti italiani non credono all’informazione legata alla guerra in Ucraina.

Guerra
ANSA/ANP

La guerra in Ucraina è ormai diventata “normale”. Per quanto sembri assurdo, ci siamo abituati ad avere un conflitto in atto in Europa. Si parla di quest’invasione come “una guerra in diretta”, in quanto il conflitto è stato seguito dai media sin dall’inizio. Le reazioni da parte dei cittadini di tutto il mondo sono state le seguenti: paura, preoccupazione, indignazione. Eppure, alcuni spettatori non sono totalmente convinti che la qualità dell’informazione che stanno ricevendo sia buona.

L’indagine di Repubblica sulla guerra

In un articolo pubblicato da Ilvo Diamanti su Repubblica, possiamo vedere come parecchi italiani si dichiarino molto informati sulla guerra in Ucraina. Parliamo di quasi sette individui su dieci, un dato decisamente alto. Nella maggior parte dei casi, inoltre, gli italiani giudicano in modo positivo la rappresentazione televisiva della guerra. Per quanto riguarda la cronaca e la narrazione dei giornali, invece, metà dei cittadini le apprezza, mentre l’altra metà non è d’accordo.

Per quanto riguarda i talk show, gli italiani si dicono poco soddisfatti rispetto al modo in cui si parla del conflitto in Ucraina. Lo “spettacolo permanente” offerto dai principali talk show della televisione italiana non è per nulla apprezzato, specie dopo due anni di pandemia. Sembra infatti che gli “specialisti della paura” non siano più epidemiologi e virologi, ma esperti di guerra e di geo-politica, nonché analisti, politici e militari.

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ANSA/ANP

Nell’insieme, possiamo notare dall’indagine di Repubblica che la “comunicazione” legata alla guerra suscita un atteggiamento decisamente diffidente, scettico. Circa metà degli italiani ritiene che l’informazione legata al conflitto sia “distorta e pilotata”. Una persona su quattro, addirittura, ritiene faziosa l’informazione sull’invasione di Putin in Ucraina. L’approccio di questi individui è “negazionista”, quasi complottista. Secondo queste persone, infatti, le notizie che arrivano dall’Ucraina sono – almeno in parte – falsificate dal filtro della stampa italiana.

Quale partito è più diffidente?

Pur essendo politicamente “trasversale”, gli elettori che più sono scettici nei confronti dell’informazione sul conflitto sono quelli di Fratelli d’Italia. Istruiti da Giorgia Meloni a diffidare da tutto ciò che proviene dai media tradizionali, chiaramente, il 60% degli elettori di FdI che hanno partecipato all’indagine credono che l’informazione italiana sul conflitto ucraino sia pilotata. Un dato che fa riflettere, se comparato alla media del 46%. Gli elettori del Pd, invece, sono quelli che pongono più fiducia nell’informazione italiana: solo il 29% dei partecipanti che votano Pd credono che l’informazione sul conflitto da parte dei media italiani sia distorta. Dati che fanno riflettere.

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