Calenda su Conte: ‘Grazie a lui siamo stati filorussi, filocinesi e filo-USA’

Il leader di ‘Azione’, Carlo Calenda, ha rilasciato una intervista al quotidiano ‘Il Giornale’. Ha attaccato e lanciato più di una frecciatina all’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e non solo. Il vecchio candidato sindaco della città di Roma parla a 360°

Carlo Calenda chiude le porte a Salvini
Carlo Calenda (Ansa Foto)

Per Carlo Calenda l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (ora numero uno del ‘Movimento 5 Stelle’), voleva accreditarsi a livello internazionale utilizzando l’intelligence in maniera “spregiudicata e dilettantesca”. Tanto è vero che la ‘Repubblica‘ ha rivelato di una cena che si è verificata tra il ministro della giustizia americano Bill Barr ed anche il capo dell’Intelligence italiana Gennaro Vecchione. L’obiettivo di Barr, però, era quello di scovare possibili prove contro Trump e nel 2019 arriva in Italia per incontrare il capo dei servizi segreti.

Il compito di Conte, per lo stesso ex candidato sindaco di Roma, era quello di preservare gli apparati di sicurezza e tenerli al riparo da una possibile tempesta dall’America. Anche se di tutto questo il neo-grillino non sapeva nulla, neanche di questa famosa cena. “Siamo stati trattati peggio di una colonia. Conte voleva solo ottenere un riconoscimento a livello internazionale. In quel momento siamo stati filo-americani“.

Calenda su presenza russi a Bergamo: “Episodio inquietante

Carlo Calenda all'attacco
Carlo Calenda (Ansa Foto)

Non è finita qui visto che per lo stesso Calenda siamo diventati anche “filorussi” e “filocinesi“. “Conte cercava considerazione a livello delle principali cancellerie. Compiaceva i suoi interlocutori, anche se la nostra politica estera è andata a farsi benedire“. Sul viaggio dei russi a Bergamo per la lotta contro il Covid lo ha definito un “episodio inquietante” e con tanti punti interrogativi che non sono stati affatto risolti.

Per il nativo di Roma non ci sono dubbi in merito: l’Italia ha perso credibilità nelle principali capitali, una caduta di immagine e non solo. “All’estero ci reputano filocinesi, ma i danni si sono verificati sia nella finanza che nell’economia”. Sull’adesione alla Via della seta: “Siamo stati l’unico paese occidentale che si è voluto lanciare in un progetto di matrice imperialista studiato dal regime di Pechino. Quando allo stesso tempo eravamo anche filorussi con Putin e filoamericani con Trump“.

 

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