Della vicenda di Genova in cui 27 disabili hanno dovuto lasciare il treno e tornare a casa in pullman se ne parla e discute tutt’oggi, l’ex Ministro Guidi: “Realtà è inaccettabile”
Ha dell’assurdo quanto accaduto a Genova il giorno di Pasquetta e la vicenda continua certamente a far discutere. Per parlare di quanto avvenuto, è intervenuto in esclusiva a Notizie.com l’ex Ministro per la famiglia e la solidarietà sociale Antonio Guidi: “In una giornata come quella di Pasquetta in cui il caos esplode, soprattutto dopo due anni di pandemia, c’è stato un atto vandalico sul treno che ha portato quindi a posti limitati per causa di forza maggiore. Pertanto non parliamo di mancata predisposizione da parte di Trenitalia, ma fa paura la mancanza di sensibilità degli altri viaggiatori: neanche le forze di polizia ferroviaria sono riuscite a far scendere queste persone che hanno occupato abusivamente i posti e mandare loro in pullman“.
La faccenda però è ancora più delicata di quello che già appare: “C’è mancanza di volontà nel rispettare non solo le leggi del codice, ma anche quelle della solidarietà: per anziani, donne incinte e disabili occorre prima rispettare le leggi del cuore“. Il Ministro spiega come si è aggravata la situazione: “A me addolora che l’educazione civica e dei sentimenti, che già in questi anni erano carenti, con il Covid è venuta ancora meno: non c’è solidarietà, ma egoismo, paranoia e autodifesa“.
I bambini sono i primi a risentire di questa situazione: non avendo avuto la possibilità per diverso tempo di confrontarsi con amici e vivere i contatti: “Purtroppo le azioni civiche sono anche legate a questo e dovrebbero essere attuate nella quotidianità ma gli atteggiamenti di chiusura hanno portato danni peggiori rispetto al virus stesso“. L’episodio di Genova è solo un caso riportato dei tanti che si verificano: “Anche stamattina scendendo sotto casa ho visto macchine parcheggiate sui posti dei disabili, senza però avere il bollino autorizzato. Queste vicende devono essere raccontate e maggiormente sanzionate, con durezza aggiungerei: devono diventare simbolo di ciò che non deve assolutamente verificarsi“.
“Tali episodi non aiutano neanche la psiche: un disabile deve vivere ricordando il meno possibile le proprie difficoltà, invece è costretto a mettere sempre in preventivo situazioni spiacevoli“, sottolinea Guidi e chiude con un parallelo: “Queste sono discriminazioni al pari di quelle razziali: comportamenti inaccettabili così come i cori da stadio razzisti nei confronti di chi la pelle di un altro colore. Delle situazioni dei disabili però se ne parla di meno perché non vanno di moda“.