Ormai i social e WhatsApp sono diventati parte integrante della quotidianità collettiva, vi sono però alcune situazioni in cui bisogna limitarne l’uso come per esempio a scuola
Niente più gruppi WhatsApp di classe o amicizie-social tra docenti ed alunni: in un’epoca in cui i telefonini sono diventati indispensabili nella vita di tutti i giorni, è comunque bene tracciare una linea sottile tra l’utilità dell’oggetto ed i problemi che lo stesso potrebbe portare. Soprattutto in un ambito come quello scolastico in cui il buonsenso è il primo insegnamento da dare agli studenti.
L’idea dei dirigenti della scuola è quella di attuare la revisione del codice deontologico, la cui ultima revisione risale al 2012. L’intenzione poi è quella di emanare un regolamento utile per le scuole di tutta Italia, al fine di tornare ai rapporti ‘distaccati’ in ambito scolastico ma senza chiaramente tralasciare le comunicazioni urgenti.
I motivi che stanno portando alla scelta di limitare sia i social che WhatsApp li spiega al Corriere della Sera il presidente dei presidi di Roma Mario Rusconi: “Vanno evitate le chat con genitori e con studenti, se non per questioni di natura urgentissima come una gita che salta all’improvviso“. “Vorremmo bandire i gruppi WhatsApp in cui i genitori chiedono perché il figlio ha preso 7 invece di 8“. Le nuove regole vorrebbero porre fine anche a quei contenuti pubblicati sui social che “ledono l’immagine degli istituti scolastici“, aggiunge Rusconi. Dietro a tutto ciò vi è quindi una tutela nei confronti dei ragazzi: “La critica va bene, ma non la diffamazione e anche chi mette like a questo tipo di contenuto è ritenuto dalla legge colpevole“.
Complice anche la pandemia e la didattica a distanza, i telefonini sono diventati di primaria importanza ma l’idea ora è quella di non abusarne nell’utilizzo: è necessario quindi tornare alle vecchie regole di privacy, così come ai vecchi rapporti tra docenti ed alunni che molto spesso invece, attraverso i social, diventano meno formali di quello che dovrebbero essere.