L’ex tennista azzurro ha parlato in esclusiva a notizie.com: “Rublev ha detto che donerebbe il montepremi del torneo per aiuti umanitari, che deve fare di più? Neanche fosse la Coppa Davis, lì almeno parliamo di un torneo a squadre…”. Sul numero 1 serbo: “Non c’entra nulla, lui agli Australian Open ha pagato una sua scelta”.
Russi e bielorussi esclusi da Wimbledon, una decisione che ha scaturito polemiche e perplessità sulla presa di posizione del torneo, terzo appuntamento del Grande Slam in ordine cronologico. Alessio Di Mauro, contattato in esclusiva da notizie.com, ha commentato il divieto di partecipazione imposto dagli organizzatori.
“Lascerei sempre lo sport separato dal resto“, ha detto l’ex tennista. “Bisogna dividere le cose, personalmente mi dispiace molto perché non la trovo giusta come decisione”. Gli atleti, a differenza della Coppa Davis, non partecipano per rappresentare la propria nazione: “Non c’è motivo per escluderli. La decisione può anche starci per dare un segnale forte, ma può essere compresa se si parla di un torneo a squadre. Così invece, a maggior ragione, non ha veramente senso”.
Di Mauro: “Che deve fare Rublev? Ha pure detto che donerebbe il montepremi…”
“Quanto sarà più povero Wimbledon senza Medvedev? È un tennista che può andare avanti, anche se la superficie non è sicuramente la sua preferita. Parliamo di una perdita importante a prescindere dai risultati che avrebbe ottenuto”. Le polemiche degli ultimi giorni, secondo Di Mauro, non vanno paragonate a quelle di inizio anno che hanno coinvolto Novak Djokovic, numero 1 della classifica Atp escluso dagli Australian Open per non essersi sottoposto ad alcuna dose del vaccino anti-Covid: “In quel caso può essere compresa una presa di posizione del genere. Ci possono essere delle idee diverse, però lui si è impuntato, ha avuto diversi mesi per pensarci. Djokovic ha fatto una scelta e ne ha pagato le conseguenze, con la Russia invece i tennisti esclusi da Wimbledon non c’entrano proprio nulla. Hanno avuto soltanto la sfortuna di essere nati in un Paese che ora è in guerra. Ho letto anche le dichiarazioni di Rublev, donerebbe il proprio montepremi per aiuti umanitari. Che deve fare di più?”.