Tante le tragedie che si consumano in casa, soprattutto negli ultimi tempi. Ragazzi che uccidono i genitori e adulti che accoltellano i più giovani, Meluzzi: “E’ solo l’inizio”
Sono di questi giorni le ultime notizie circa le tragedie consumate in famiglia; a Monza un ragazzo di 24 anni ha ucciso la madre a calci e pugni mentre a Roma un uomo ha accoltellato la moglie e la figlia 17enne prima di tentare di uccidersi: questi sono solo due degli incresciosi episodi che si verificano frequentemente all’interno di alcuni nuclei famigliari.
In merito a questo è intervenuto in esclusiva a Notizie.com il noto medico psichiatra, psicologo, psicoterapeuta e criminologo Alessandro Meluzzi: “C’è un’ epidemia di disumanizzazione. Abbiamo creato la prospettiva di un essere umano percepito come un atomo isolato, una monade, di cui le relazioni ed i rapporti interpersonali, i legami di attaccamento e l’empatia vengono quotidianamente mortificati e ridotti ad un algoritmo: questo è il minimo che ci possiamo aspettare“.
Tali vicende si verificano sempre più di frequente: “La specie umana è gruppale, quindi si adegua facilmente ad uno pseudo vaccino o ad una strategia planetaria di omologazione. La gruppalità dell’umano o animale, del bios, quella biologica, prevede però anche l’empatia e la relazione: se c’è soltanto la gruppalità degli algoritmi e non quella del legame e dell’attaccamento di base, sicuramente alla fine assisteremo a quella che definirei la ‘robotizzazione o la zombizzazione dell’umano‘: e gli uomini zombie notoriamente posso uccidere la madre a calci nei denti o la moglie a coltellate. Questo è il futuro a cui ci stanno preparando, procediamo come gli atomi“.
Tanti spiacevoli episodi destinati a ripetersi secondo il docente di Psichiatria forense: “E’ solo l’inizio. Dopo aver assistito all’epidemia legata ad uno pseudo virus assisteremo ad un’epidemia di distruzione dell’umano“. I moventi, secondo il professore non sono rilevanti: “Si tratta di disumanizzazione delle relazioni e di distruzione dell’empatia”. Sulle conseguenze di tali atti, conclude Meluzzi: “Vi sarà una reazione senza emozioni, appunto come fossimo zombie“.