Divina Misericordia, l’invito del Papa ai fedeli in questa data speciale

L’invito di Papa Francesco nella Domenica della Divina Misericordia è quello di rifuggire ogni perfezionismo per guardare alla crudezza della realtà e del dolore, e chinarsi sulle piaghe dei fratelli. 

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(Ansa)

Affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha commentato il Vangelo odierno con il cuore addolorato per le tante tragedie che accadono nel mondo, invitando a riflettere su come i cristiani possano giocare un ruolo positivo o al contrario negativo in tutto ciò.

Il Vangelo ci dice che il Signore non cerca cristiani perfetti, che non dubitano mai e ostentano sempre una fede sicura. No, l’avventura della fede, come per Tommaso, è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe? Essa conosce tempi di consolazione, di slancio e di entusiasmo, ma anche stanchezze, smarrimenti, dubbi e oscurità”, sono state le parole di Bergoglio.

“Il Vangelo ci mostra la “crisi” di Tommaso per dirci che non dobbiamo temere le crisi della vita e della fede. Tante volte ci rendono umili, perché ci spogliano dall’idea di essere a posto, di essere migliori degli altri”, ha aggiunto Francesco spiegando che “le crisi ci aiutano a riconoscerci bisognosi: ravvivano il bisogno di Dio e ci permettono così di tornare al Signore, di toccare le sue piaghe, di fare nuovamente esperienza del suo amore, come la prima volta. È meglio una fede imperfetta ma umile, che sempre ritorna a Gesù, di una fede forte ma presuntuosa, che rende orgogliosi e arroganti“.

La celebrazione della Domenica della Divina Misericordia

Oggi la Chiesa festeggia anche la Domenica della Divina Misericordia, secondo il noto culto iniziato dalla suora polacca Santa Faustina Kowalska. In questa occasione ha avuto luogo la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, presieduta da Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui ha partecipato anche Papa Francesco.

Nell’omelia il Pontefice, tra i vari passaggi, ha osservato che il saluto “Pace a voi” nell’episodio biblico di oggi torna più volte, nello specifico tre, dando così una scansione ben precisa al ritmo delle apparizioni di Gesù. Tre momenti che il Papa ha descritto come “tre azioni della divina misericordia in noi”, che sono quelle di dare gioia, suscitare il perdono e consolare nella fatica. Quando Gesù apparve ai discepoli erano infatti presi da un forte senso di scoramento.

Erano discepoli che avevano abbandonato il Maestro”, ha spiegato il Papa. “Al momento del suo arresto, si erano dati alla fuga. Pietro lo aveva addirittura rinnegato tre volte e uno del loro gruppo – uno di loro! – era stato il traditore. C’erano motivi per sentirsi non soltanto impauriti, ma falliti, gente da niente. In passato, certo, avevano fatto scelte coraggiose, avevano seguito il Maestro con entusiasmo, impegno e generosità, ma alla fine tutto era precipitato; la paura aveva prevalso e avevano commesso il grande peccato: lasciare solo Gesù nel momento più tragico”.

Quando Gesù invece appare a Tommaso, nella terza occasione, Bergoglio ha affermato che nell’incredulità di Tommasto “c’è la storia di ogni credente”. Ci sono momenti difficili, in cui sembra che la vita smentisca la fede, in cui siamo in crisi e abbiamo bisogno di toccare e di vedere. Ma, come Tommaso, è proprio qui che riscopriamo il cuore del Signore, la sua misericordia. In queste situazioni Gesù non viene verso di noi in modo trionfante e con prove schiaccianti, non compie miracoli roboanti, ma offre caldi segni di misericordia”, ha spiegato il Pontefice. 

Per questo l’invito, come quello di Gesù che indica le piaghe del suo corpo, è quello di ricordarsi dei tanti fratelli e sorelle che soffrono. Chiediamoci allora se negli ultimi tempi abbiamo toccato le piaghe di qualche sofferente nel corpo o nello spirito”, ha concluso il Papa. “Se abbiamo portato pace a un corpo ferito o a uno spirito affranto; se abbiamo dedicato un po’ di tempo ad ascoltare, accompagnare, consolare. Quando lo facciamo, incontriamo Gesù, che dagli occhi di chi è provato dalla vita ci guarda con misericordia e ci dice: Pace a voi!

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