Attraverso un documento ufficiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha provato a far luce sui tanti casi di epatite
Centosessantanove casi registrati al 21 aprile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità prova a spiegare cosa ci sia dietro l’esplosione di casi di epatite che hanno coinvolto numerosi bambini. Attraverso un comunicato si provano a codificare i dati fin quì in possesso, con la speranza di riuscire a bloccare l’evoluzione della malattia.
“Non è ancora chiaro se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o un aumento della consapevolezza dei casi di epatite che si verificano al tasso previsto ma non vengono rilevati. L’adenovirus è un’ipotesi possibile e le indagini sono in corso per l’agente eziologico”. Lo scrive l’Oms in un aggiornamento sui casi che hanno colpito al 21 aprile, 169 bambini. Sia in Gb che in Olanda si e’ registrato un notevole aumento della circolazione dell’adenovirus e dai test era stato rilevano in 74 casi mentre in 19 e’ stata trovata un’infezione da Covid più adenovirus. Molti dei casi analizzati hanno manifestato problemi vari: dai sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, dalla diarrea e al vomito, che hanno preceduto la presentazione con epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici.
“La maggior parte dei casi non aveva la febbre. I virus comuni che causano l’epatite virale acuta (virus dell’epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori” spiega l’Oms. L’adenovirus è stato rilevato in almeno 74 casi e 18 sono stati identificati come tipo F 41. SARS-CoV-2 è stato identificato in 20 casi di quelli testati. Inoltre, 19 sono stati rilevati con una coinfezione da SARS-CoV-2 e adenovirus. “Il Regno Unito, dove fino ad oggi è stata segnalata la maggior parte dei casi, ha recentemente osservato un aumento significativo delle infezioni da adenovirus nella comunità (in particolare rilevate nei campioni fecali nei bambini) a seguito di bassi livelli di circolazione all’inizio della pandemia di COVID-19. I Paesi Bassi hanno anche riferito di una concomitante crescente circolazione di adenovirus nella comunità. Tuttavia, a causa del miglioramento dei test di laboratorio per l’adenovirus, questo potrebbe rappresentare l’identificazione di un raro esito esistente che si verifica a livelli non rilevati in precedenza che ora viene riconosciuto a causa dell’aumento dei test” conclude l’Organizzazione Mondiale della Sanita’.