Rimini, donna uccisa a coltellata: la confessione dell’uomo è inquietante

Nella giornata di ieri a Rimini si è verificata una vera e propria tragedia che ha visto come vittima una donna uccisa dal marito. La confessione di quest’ultimo ai poliziotti è davvero terribile

La confessione dell'uomo dopo aver ucciso la moglie
Rimini (Ansa Foto)

Poco dopo l’ora di pranzo la notizia che si è diffusa in un niente: quella dell’uccisione da parte di una donna dal marito. Il tutto, però, si è verificato nella serata di venerdì quando all’interno dell’abitazione c’erano anche i nipotini. Arrestato immediatamente Raffaele Fogliamanzillo, di 62 anni, che subito dopo aver accoltellato la moglie più volte si è cambiato la maglia sporca di sangue, ha preso la sua auto e si è recato in questura per confessare il tutto ai poliziotti.

Una volta giunto sul posto avrebbe riferito testuali parole: “Ho ucciso mia moglie. Mi diceva che ero un cornuto, se andate a casa troverete il suo corpo“. Ed effettivamente è stato proprio così purtroppo. Purtroppo Angela Avitabile non ce l’ha fatta ed è morta dissanguata per le gravi ferite che ha riportato. A quanto pare la famiglia conviveva, da molto tempo, con problemi di salute da parte del marito. Tanto è vero che i medici del servizio igiene mentale avevano diagnosticato una sindrome ansiosa bipolare: nutriva una forte gelosia nei confronti della moglie.

Rimini, uccisa donna: il marito soffriva di sindrome ansiosa bipolare

POlizia ragazza accoltellata Ladispoli
Polizia (Ansa Foto)

Il 28 febbraio la donna aveva subito un altro brutto episodio veniva continuamente minacciata. Nonostante avesse denunciato il tutto ai carabinieri, la donna non si era voluto allontanare da casa. Anche se la situazione di Raffaele iniziava a peggiorare. Secondo quanto riportano gli inquirenti pare che l’uomo avesse smesso di prendere i farmaci. Lo scorso anno, invece, l’uomo ha provato a strangolare la moglie.

In quella occasione, però, la donna non lo ha denunciato. Come riportato in precedenza nell’abitazione c’erano anche i due nipotini di 3 e 7 anni che, però, dormivano nella stanza affianco al luogo del delitto. Assistito dall’avvocato difensore Viviana Pellegrini, al sostituto procuratore Paolo Gengarelli, ha raccontato una storia fatta di deliri di gelosia e di un tradimento che non si sarebbe mai verificato.

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