Nell’ultima partita della sua infinita carriera guida la sua squadra a vincere la Coppa di Spagna
Con un lieto fine forse nemmeno mai sognato, Joaquín Sánchez Rodríguez, a quasi 41 anni, guida il suo Betis nella vittoria del terzo trofeo della sua storia, secondo personale, per un record che lo fa entrare nella leggenda assoluta del club.
Era la notte che sognava, era la chiusura del cerchio di una grande carriera che aveva desiderato, era la Coppa del saluto finale e alzarla a 40 anni da capitano del suo Betis, è stato il finale dolcissimo. Joaquin è riuscito ad alzare, nel cielo de La Cartuja, il terzo trofeo assoluto per la squadra allenata da Pellegrini e secondo personale, sempre con i biancoverdi, dopo quello vinto ben 17 anni fa in finale contro l’Osasuna. Nessun giocatore prima di lui aveva mai vinto due trofei con gli andalusi.
Una maglia come una seconda pelle
Quella a strisce verticali bianche e verdi è la maglia del suo esordio, a 19 anni nel lontano 2000, poi il trasferimento milionario al Valencia, un passaggio non fortunato alla Fiorentina per 4 gol in 49 partite fino al ritorno a casa nel 2015 per quello che si pensava fosse un viale del tramonto come tanti altri e invece altri sette anni con la fascia da capitano al braccio, la conquista dell’Europa e ora l’ultima Copa del Rey da leggenda. Joaquin ha collezionato più presenze nella Liga di qualsiasi altro giocatore di movimento, 595 di cui 419 con la maglia del Betis, sorpassando la leggenda del Real Madrid Raul (550) e avvicinandosi all’ex portiere del Barcellona Andoni Zubizarreta recordman assoluto con 621.
Finale equilibrata
La partita tra Betis e Valencia è stata equilibrata decisa solo ai calci di rigore dopo che anche i tempi supplementari erano terminati in parità, 1-1 con i gol di Borja Iglesias e Hugo Duro. Due pali, un paio di interventi miracolosi dei portieri, qualche gol sbagliato davanti alla porta, un rigore reclamato, non fanno schiodare la parità. E nella lotteria dei calci di rigore segnano tutti e così risulta decisivo l’errore dell’ultimo chiamato sul dischetto, il giovane centrocampista americano del Valencia Musah. E la fiesta per i tifosi andalusi del Betis ha potuto avere inizio per un tripudio atteso da troppo tempo.