L’allarme dell’economista Cottarelli, che tende a smontare un falso mito ed alcune paure sull’economia, spiegando tuttavia che c’è una condizione che potrebbe portare l’Italia al disastro.
Da giorni si sente parlare di aumento vertiginoso dell’inflazione, quando non di stagflazione. Che significa una lievitazione pericolosa dei prezzi, il conseguente crollo del potere d’acquisto delle famiglie, dove a soffrirne di più non sarebbero certo le più ricche ma al contrario le più povere, quelle che hanno già fatica ad arrivare a fine mese. In tutto ciò, le prospettive sulla crescita italiana si fanno quindi sempre più nere.
Intervistato dal quotidiano Libero, l’economista Carlo Cottarelli ha confermato, seppure smussandole, tutte queste preoccupazioni non di certo ottimistiche che si stanno facendo strada tra la popolazione italiana. Invitando a focalizzarsi non tanto sull’inflazione, ma sulla filiera alimentare. Mentre al contrario sarebbe “una solenne bufala che le materie prime e l’energia siano aumentati a causa della vicenda ucraina”.
Per le forniture del gas, “l’aumento in riferimento all’anno 2019 è stato di +636% mentre l’aumento del gas stesso, scoppiata la guerra, è stato soltanto dell’11%”, dice Cottarelli. Lo stesso per il petrolio, aumentato solo del 13%dopo la guerra. O del carbone, aumentato del 263% nel 2019 e solo del 74% dopo lo scoppio dell’ultimo conflitto ucraino.
La sostanza è che per Cottarelli la guerra ha dato un impulso indiretto sui prezzi, con un aumento di domanda dovuta alla crescita della preoccupazione dei cittadini per lo stoccaggio. Ma poi anche per “gli speculatori che giovano al rialzo o al ribasso a seconda della loro convenienza, ma meno…”.
Cottarelli è stato sotto i riflettori per essere diventato il commissario alla spesa pubblica nel governo Monti, oltre che l’autore di quella famosa “spending review” mai attuata. Uomo da sempre quindi associato, nell’immaginario pubblico, al timore di misure draconiane, in questo contesto ci va cauto e spiega che “non ci sono le condizioni per ripetere in toto la grande crisi del ’73”.
C’è però purtroppo una condizione in cui questo potrebbe verificarsi. Un eventuale stop all’acquisto del gas russo, che a quel punto potrebbe portare a uno stop simile a quello del ’73. Con una conseguente “caduta del Pil a un tasso annuo del 0,8%”, conclude Cottarelli. “Badi: non sono previsioni nostre, dell’Osservatorio, ma dati ufficiali del governo contenuti nel Def”.