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Cronaca

Il Papa è sofferente, ha il “male della suora”: ciò non ferma la sua ironia

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Francesco Gnagni

Da tempo si è cominciato a parlare dei vari “acciacchi” di Papa Francesco, fisiologici data la sua età. Negli ultimi giorni è stato però lo stesso Bergoglio a mettere in luce il dolore che gli sta impedendo di svolgere anche le celebrazioni. 

(Ansa)

Dopo le sue storiche dimissioni, Ratzinger affermò nel libro-intervista con Peter Seewald “Ultime conversazioni” di essersi dimesso non per oscure trame di palazzo o in conseguenza di scelte dettate da profezie apocalittiche, ma per ben più banali problemi fisici che gli impedivano di svolgere al meglio il ministero di Pontefice. Di recente Mons. Gaenswein ha svelato che il Papa emerito è cieco da un occhio da prima di salire al Soglio Petrino.

Commentando le storiche dimissioni di Benedetto XVI, Papa Francesco in più di un’occasione ha candidamente affermato che potrebbero certamente non essere le uniche, anzi. Se un Papa non sta bene, potrebbe decidere liberamente e in coscienza di dimettersi. In queste ore c’è chi ha ricominciato a chiedersi: anche Francesco potrebbe dimettersi?

L’ipotesi non è sul tavolo, per quanto piacerebbe a tutta una frangia di “tradizionalisti” che già in passato chiesero le “dimissioni” del Papa argentino, oppure a quelle oscure lobby massoniche tratteggiate dal faccendiere Luigi Bisignani nei giorni scorsi in una lettera sul quotidiano romano Il Tempo, in cui ha affermato che le stesse potenti massonerie internazionali e tutto l’establishment che ne consegue starebbe “scaricando” il Papa venuto dalla fine del mondo.

Il male del Papa tra dolori, pettegolezzi e le sue ironie

Tutti pettegolezzi, quindi, o c’è qualcosa di vero? Di certo, non sono discutibili le parole di Francesco sul suo stato di salute. Il dolore al ginocchio continua infatti a perseguitare il Papa, che ne soffre da anni. Il suo passo claudicante, specialmente nel periodo iniziale della pandemia, nei filmati e nelle foto che lo ritraggono dirigersi verso il Crocifisso miracoloso di San Marcello al Corso, oppure nella piazza San Pietro deserta del 27 marzo 2020, è diventato emblematico della sua figura. Tanto che alcuni hanno ricondotto quel “vescovo” zoppicante vestito di bianco alle profezie della Madonna di Fatima e alle visioni di Suor Lucia.

Nei giorni scorsi Bergoglio è stato impossibilitato dal presenziare diverse celebrazioni, a partire da quella della Domenica della Divina Misericordia, sostituito da Mons. Fisichella. Lui però continua a scherzarci col sorriso. Dopo la foto vi saluterò, ma scusatemi, devo farlo seduto, non in piedi, perché il ginocchio… È quella malattia che un tempo si chiamava ‘male di suora’, perché era il tempo in cui le suore pregavano, e per il tanto pregare in ginocchio si ammalavano! Questo guarirà, ma nel frattempo dobbiamo fare le cose bene”, sono state le parole ironiche del Papa al termine dell’udienza del 25 aprile nella Sala Clementina.

La “gonalgia”, dolorosa infiammazione da strappo ai legamenti del ginocchio, infatti, non solo gli impedisce di camminare con facilità oppure di stare troppo a lungo in piedi, ma lo chiama a sottoporsi anche a diversi controlli medici. Che lui cerca però di scansare il più possibile, sussurra chi lo conosce bene e gli sta vicino, rifiutando ogni infiltrazione e limitandosi a qualche antidolorifico. Mentre, al contrario, nonostante le 85 candeline già soffiate, Bergoglio continua a riempire la sua agenda di impegni, incontri, udienze, celebrazioni, discorsi pubblici e persino viaggi internazionali.

Venerdì scorso però ha dovuto improvvisamente cancellare tutti gli impegni per sottoporsi a “controlli sanitari necessari”, come ha fatto sapere la Sala stampa vaticana. Prima della Messa celebrata da Mons. Fisichella, in sempre più situazioni Francesco è stato sostituito da altri sacerdoti. In occasione del messaggio Urbi et Orbi dalla Loggia di San Pietro, il giorno di Pasqua, non ha potuto evitare di sedersi. “Passerà”, ha tranquillizzato tutti Francesco nella sua intervista con il quotidiano argentino La Nacion. “Il recupero dei legamenti è lento a questa età”, ha spiegato tuttavia con la sua solita e accesa ironia. “A questa età ci si deve accontentare di sentirsi dire che ci si conserva bene”.

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Francesco Gnagni