A Shanghai il lockdown si fa durissimo per la popolazione: installate gabbie e barriere davanti ai palazzi. Proteste e caos mentre a Pechino si valutano le stesse misure.
La strategia genera dubbi, le misure prese iniziano a diventare pesanti e per certi versi assurde. A Shanghai l’impennata di contagi si è tradotta in un lockdown che sta tenendo confinate le persone in casa ormai da settimane.
Le difficoltà crescono fra test di massa, problemi nel reperire cibo e una stretta che si arricchisce di un dettaglio molto preoccupante. Stanno facendo il giro del web alcune immagini e testimonianze di italiani che vivono a Shanghai, e raccontano le proteste per una decisione che fa molto discutere.
In alcune zone della città, quelle ritenute più a rischio e in cui il Covid circola maggiormente, davanti ai palazzi sono state installate delle vere e proprie gabbie e delle barriere per evitare ai cittadini di violare il lockdown e lasciare le proprie abitazioni. Sono le foto a rendere l’idea di un confinamento che sta generando proteste diffuse e sempre più frequenti.
Barriere davanti ai palazzi, vere e proprie gabbie per evitare quelle che a Shanghai considerano come delle vere e proprie evasioni. La strategia di contenimento inizia a diventare molto pesante, proprio mentre in molte zone la popolazione lamenta le difficoltà nel reperire cibo e altri beni di prima necessità.
Immagini che fanno il giro del web come quelle delle proteste dei cittadini, ormai confinati da circa un mese. Anche a Pechino l’allarme cresce. Nelle ultime ore sono iniziati gli screening di massa effettuati su più di 20 milioni di persone per verificare quale sia il reale impatto di Omicron BA e provare ad avere una dimensione della diffusione dei contagi.
La sensazione è però che anche Pechino potrebbe ben presto entrare in lockdown, e le immagini dei “prigionieri del Covid” di Shanghai alimentano tensioni anche nella capitale. Proprio a Shanghai le autorità hanno chiarito che le restrizioni saranno alleggerite solo nel momento in cui sarà accertata la totale assenza di casi. Una strategia, quella chiamata “zero Covid”, che appare sempre più complicata e si arricchisce delle immagini in arrivo su barriere e gabbie nei palazzi, scatenando polemiche in tutto il mondo.