Il tecnico dei biancocelesti è intervenuto ai nostri microfoni per analizzare i dettagli della vittoria della Supercoppa.
Un trionfo che fa il bis con quello dell’estate scorsa: vi aspettavate di vincere anche questa finale?
“Partivamo con le stesso probabilità di vincere. Venivamo da un periodo positivo, loro invece stavano attraversando un momento non buono. La partita è stata senza storia. Abbiamo avuto il pallino del gioco, le migliori occasioni sono state le nostre. I due gol subiti sono stati su una punizione regalata dall’arbitro e poi con Totti che ha messo il pallone in testa a Moscardelli. C’è stata una bella parata del nostro portiere sul 4-2 che ha tenuto il risultato al sicuro”.
Il mattatore della serata è stato senza dubbio Tomas Amico, autore di una tripletta: cosa può dirci di questo ragazzo, tifosissimo proprio della Lazio?
“Quando sono entrato alla Lazio come allenatore, Tomas faceva l’esterno o giocava a tre dietro. Lo conoscevo già perché avevo avuto la fortuna di giocare con lui. Da allenatore dico che è il prototipo del calciatore che vorrei sempre nella mia squadra: è un giocatore di cuore, è di gamba, è della Lazio. Non ha due piedi clamorosi, ma ha un rispetto dell’avversario incredibile, è dinamico e intelligente. L’ho messo in mezzo al campo, anche contro il parere di chi non era d’accordo. Sa fare tutto, poi è addirittura una persona migliore di quanto non lo sia come giocatore. Gli ho fatto cascare le orecchie per quanto gli ho strillato durante l’anno… ma alla fine è andata bene“.
Da tifoso della Lazio, preparare una partita contro il Totti Sporting Club che sensazioni le ha dato? C’è una motivazione in più per vincere la partita?
“La cosa più bella per un allenatore è quando i giocatori rispecchiano la personalità del loro mister. Umiltà e aggressività sono le nostre caratteristiche migliori. Non abbiamo calciatori professionisti, l’unico era Ledesma, ma da tanto tempo non gioca con noi. La voglia di rivalsa è normale. Per noi giocare contro Totti rappresenta una motivazione in più, ma non è l’unica. Tutti i fattori erano contro di noi: giocavamo alla Romulea, viene il sindaco di Roma perché c’è Totti, si fanno tutti la foto con lui… ma noi siamo stati bravi a non farci distrarre da tutto questo. Anzi, lo abbiamo usato a nostro vantaggio. C’erano 500 fotografi dove c’era Totti a scaldarsi, nessuno dove stavamo noi. Tutto questo ci ha portato a fare quel qualcosa in più che sommato ti fa vincere la partita”.
Che soddisfazione è stata vincere davanti al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri?
“Non ci abbiamo pensato minimamente, non sapevamo che sarebbe venuto. Non pensavo sarebbe rimasto anche durante la partita: sono contento che fosse lì e va rispettato. Anche se la sua presenza era unicamente dovuta al fatto che giocasse Totti. Siamo contenti dell’ambiente che si è creato”.