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Cronaca

Il Papa: “Tra giovani e anziani un ponte di felicità”. Poi sulle suocere…

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Francesco Gnagni

Nella sua catechesi odierna il Pontefice, centrandosi sul tema della vecchiaia, ha lanciato un appello in favore del rapporto tra le generazioni, tra giovani e nonni. 

(Ansa)

Mi raccomando, che i giovani parlino con i nonni, con i vecchi, e che i vecchi parlino i giovani. Questo ponte dobbiamo ristabilirlo forte, c’è lì una corrente di salvezza e di felicità. Che il Signore ci aiuti a crescere in armonia nelle famiglie, quell’armonia costruttiva che va dai vecchi ai più giovani, quel ponte bello che noi dobbiamo custodire e guardare”.

Sono le parole del Pontefice al termine dell’Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro, continuando il ciclo di catechesi sulla Vecchiaia e focalizzando la sua attenzione sulla vicenda biblica di Noemi e di Ruth, spunto per affrontare il tema dell’alleanza fra le generazioni che apre il futuro. “Sembra brutta la parola, ma i vecchi sono grandi e sono belli”, ha affermato Francesco all’inizio dell’udienza.

L’udienza di Papa Francesco sulla vecchiaia

“Se i giovani si aprono alla gratitudine per ciò che hanno ricevuto e i vecchi prendono l’iniziativa di rilanciare il loro futuro, niente potrà fermare la fioritura delle benedizioni di Dio fra i popoli“. Da giorni Bergoglio è infatti al centro della curiosità per le sue condizioni di salute, o meglio per il dolore all’anca che lo segna da anni e che si fa inevitabilmente più fastidioso a causa dell’età che aumenta.

Niente di più adatto, tuttavia, per affrontare il tema dell’anzianità. “La parabola di Rut illumina la bellezza dei legami famigliari: generati dal rapporto di coppia, ma che vanno al di là del legame di coppia”, ha spiegato Francesco. “Legami d’amore capaci di essere altrettanto forti, nei quali si irradia la perfezione di quel poliedro degli affetti fondamentali che formano la grammatica famigliare dell’amore. Questa grammatica porta linfa vitale e sapienza generativa nell’insieme dei rapporti che edificano la comunità”.

Nel mezzo, Bergoglio ha colto l’occasione per parlare delle suocere, la cui riflessione parte dalla vicenda biblica in cui sembrano essere un problema per i propri figli. “La suocera è un personaggio mitico, la suocera non dico che la pensiamo come il diavolo ma la si pensa sembra in brutta figura. Ma è la mamma di tuo marito o di tua moglie. Pensiamo a questo sentimento diffuso, che la suocera più è lontano meglio è. Ma è anziana, nonna, madre, non c’è niente di di più bello che vedere i nipotini”, ha detto Francesco.

Guardate bene il rapporto con le vostre suocere. Sì talvolta sono un po’ speciali ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto, bisogna almeno farle felici, che portino avanti la loro vecchiaia con felicità. Certo hanno qualche difetto che si corregge, anche voi suocere vi dico: state attente con la lingua, che è uno dei peccati più brutti delle suocere”, ha commentato ancora Francesco.

“L’ispirazione della fede sa aprire un orizzonte di testimonianza in controtendenza rispetto ai pregiudizi più comuni, un orizzonte prezioso per l’intera comunità umana”, è tuttavia la conclusione del suo ragionamento. “Dove la giovinezza si rivela capace di ridare entusiasmo all’età matura, la vecchiaia si scopre capace di riaprire il futuro per la giovinezza ferita“. Significa cioè che “la tendenza dei vecchi al pessimismo ha bisogno di essere contrastata dalla pressione affettuosa dei giovani”.

“I fronti della ricomposizione sono gli stessi che, in base alle probabilità disegnate dai pregiudizi di senso comune, dovrebbero generare fratture insuperabili. Invece, la fede e l’amore consentono di superarli”. 

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Francesco Gnagni